Ricordi il tempo delle distinzioni nette? Quando il SEO era quell’oscuro manipolatore dei risultati di Google e la scrittura interessava solo maestri della penna (o della tastiera) che però inorridivano davanti a parole come “keyword” o “title”?
Beh, scordatelo.
Viviamo un’epoca diversa. L’epoca nella quale la SEO non può fare a meno dei contenuti di qualità e la scrittura per il web deve tenere in conto quella gran risorsa che i motori di ricerca rappresentano: è l’era del SEO copywriting.
Ti sto forse dicendo che perde d’importanza la figura più generica del SEO tecnico o quella del puro webwriter? Assolutamente no, non fraintendermi.
Ma accanto a queste cresce l’importanza – oggi più che mai – del ruolo del SEO copywriter, capace di concepire un contenuto adatto a utenti e motori di ricerca.
Pensato per gli utenti prima di tutto. Strutturato per Google, a seguire.
Cosa succede esattamente al SEO copywriting?
Prima ho parlato di importanza crescente. È vero.
Ma se vogliamo essere precisi, non si tratta solo di crescita: il ruolo del SEO copywriter si è evoluto.
Il SEO copywriter non deve più riempire il testo di parole chiave. Deve capire cosa vuole davvero chi sta effettuando la ricerca e creare il contenuto che risolva il suo problema.
É un SEO copywriter forse un pelo meno tecnico rispetto a prima. Di sicuro meno noioso, più interessante. Certamente molto più marketer.
È il SEO che diventa più copywriter o il web writer che impara la SEO?
Bella domanda, sul serio. Ti assicuro che Marzullo qui c’entra poco: non è facile stabilire chi abbia fatto il primo passo verso l’altro.
Un po’ entrambe, ovviamente.
Il SEO di sicuro è cresciuto. Deve saper concepire testi e frasi non più pensati solo per i motori ripetendo la keyword qua e là, ma piuttosto ideati per gli utenti soddisfacendo anche i motori.
Il (web) copywriter / web writer, se vuole guadagnarsi il prefisso che porta, non può non avere una discreta conoscenza della SEO, di Google e dei motori di ricerca in generale per scrivere un buon testo o contenuto nel 2015.
Un avvicinarsi reciproco insomma. Quasi inevitabile.
Tu che strada hai scelto?
C’è chi decide di restare vincolato alle vecchie abitudini. La tradizione prima di tutto, insomma.
Chi cresce, si evolve. Affiancando alle competenze primarie anche un bagaglio laterale di conoscenze fondamentali.
Tu cosa scegli? Hai iniziato il tuo percorso di crescita professionale?