Paura ed empatia.
Due parole che hanno molto a che fare con la scrittura.
Scrivere ci permette di comprendere e quindi affrontare le nostre paure. Quando scriviamo diamo forma ai nostri pensieri, li rendiamo leggibili: non sono più nel mondo evanescente della mente ma possono essere identificati con un nome, sono scandagliati, portiamo la luce della comprensione dove c’è buio o confusione.
Joss Whedon è un regista, sceneggiatore, fumettista, produttore cinematografico; sua è la sceneggiatura di The Avengers per intenderci. Ha scritto e dichiarato in un’intervista che uno dei motivi per cui scrive è quello di esplorare ciò di cui ha paura.
Mi hanno colpito queste parole.
Lo penso anch’io, succede anche a me: tra i tanti compiti della scrittura c’è anche quello come dicevamo di esorcizzare le paure perché scrivere porta lucidità, chiarezza, potrei dire “rimette ogni cosa al proprio posto.”
Parlerò di scrivere per vincere la paura e creare empatia il 1 giugno a Milano
Parlerò anche di scrivere per vincere i propri limiti nel mio intervento, al Convegno del 1 giugno a Milano, Scrivere è vivere, sul palcoscenico del Teatro OUT OFF
Il Convegno sarà una grande occasione di apprendimento oltre che di confronto per tutte le persone che, in vari ambiti, scrivono.
Parlerò di quanto la scrittura sia una strada di esplorazione di sé stessi e del fatto che ogni professionista dovrebbe intraprendere un cammino di scrittura autobiografica. Rivedere la propria storia ci aiuta a fissare meglio gli obiettivi, ad indagare i talenti e che cosa per noi rappresenti il benessere personale e professionale. Parlerò di come scrivere per vincere la paura e creare empatia.
Spazio anche alla scrittura creativa
Sono editor e writer coach e lavoro ogni giorno sulla scrittura creativa. Ne parlerò al Convegno “Scrivere è vivere”: quali caratteristiche – professionali e personali – deve avere un autore oggi?
Come migliorare la propria espressività?
Dove va la scrittura, com’è cambiata?
Ma non solo.
Cercherò di dare indicazioni molto pratiche e suggerimenti utili.
Troppe volte leggiamo ancora una scrittura vecchia: soffocata da aggettivi e avverbi, incapace di trovare nuove metafore, nuove e più originali modalità espressive. Stupisce che non ci sia una ricerca sulla parola, che ci si accontenti di formule preconfezionate.
Leggete i blog: fate caso agli incipit degli articoli, a come viene strutturato lo sviluppo narrativo, che tipo di linguaggio viene utilizzato.
Questa è un’analisi molto interessante.
Chi scrive è sempre in cammino.
Quando la scrittura è di qualità?
Abbiamo detto di quanto sia importante la forma, la cura dell’espressività. Ma c’è un altro elemento che rende grande la scrittura: l’empatia.
Una delle caratteristiche che rendono grande chi scrive – sia un romanziere ma anche un blogger o un giornalista – è la sua capacità empatica. La sua sensibilità nel comprendere gli altri e anche se stesso.
Ma da dove nasce questo talento?
Diciamo talento perché di certo è necessaria una buona predisposizione naturale e caratteriale ma dobbiamo dire che l’empatia si può esercitare, raffinare.
Come?
Esci dalla comfort zone delle parole e delle idee
Intanto uscendo dalla propria comfort zone delle parole che spesso rappresenta anche una comfort zone delle idee.
Quando scriviamo non usiamo tutto il nostro vocabolario, tutte le parole che il nostro cervello contiene.
Nel 2016 Byrna Rene – editor, book strategist americana – scrive che la maggior parte delle persone ha un vocabolario di “comfort-zone” di circa 20.000 parole, con un database più grande e “passivo” di circa 40.000 parole.
Ci sono delle parole migliori, più creative magari anche più nostre ma dobbiamo uscire dal recinto della nostra abitudine e programmazione mentale.
Più ripetiamo i luoghi comuni e meno siamo capaci di osservare quello che ci circonda, di cogliere istanze e comprendere le persone tanto da dar loro voce nella scrittura.
Dobbiamo cercare le sfumature dei pensieri, dei concetti: questo ci permette di andare oltre, di andare in profondità. Non limitarti a dire o scrivere una cosa come han sempre fatto tutti.
Il nostro messaggio deve essere semplice e chiaro ma questo non significa scrivere sempre utilizzando le stesse parole, anzi, dovremmo spingerci a cercare parole – pur sempre nella semplicità – che esprimano in modo più profondo la sensibilità, la particolarità di quello che vogliamo comunicare.
Al Convegno del 1 giugno, Scrivere è vivere, questo tema sarà affrontato da molti relatori sia sotto l’aspetto della “scrittura che cura” e che ci rende consapevoli di noi stessi, sia nell’ambito per esempio del web writing dove possiamo davvero trovare nuove vie espressive.
Sarà una giornata formativa e intensa dove ci potremo confrontare con tante tematiche che riguardano la scrittura. Impareremo come scrivere per vincere in nostri limiti anche nell’ottica di creare una relazione empatia con il nostro lettore
Puoi visionare e scaricare il Programma della giornata