Cari art director, io vi voglio molto bene. Davvero. E vi invidio anche molto. In fatto di creatività avete tutto quello che a me manca: un’intelligenza spaziale spiccata, una cura commuovente per le proporzioni visive e una pazienza mostruosa con tutti i programmi di grafica che a me fanno impazzire.
Io prima di smanettare con i vostri software mi faccio il segno della croce e voi click, click, click… oplà! Ecco un layout perfetto, una foto dalla postproduzione ottima, un video montato in maniera dinamica, il perfezionamento di un dettaglio grafico di cui neppure ero stata in grado di accorgermi. Di fronte al logo di un’azienda io biascico qualche commento sulle emozioni e il messaggio che mi pare che comunichi e voi decifrate in un batter d’occhio lo stile e le tecniche che lo caratterizzano come se foste Sheldon Cooper di fronte a un’equazione.
Noi copywriter senza voi art director saremmo come dei cieli senza stelle, come dei globuli rossi senza ossigeno, come del pane e Nutella con la Nutella tarocca. Però, insomma, come dice saggiamente Riccardo Cocciante, se stiamo insieme ci sarà un perché. E, come accade a tutte le coppie che si rispettino, è arrivato anche per noi un certo momento: dobbiamo parlare.
Per far sì che la coppia più bella del mondo (creativo) non scoppi tragicamente proprio sotto Natale (che cafonata!), ecco qui, caro art director che mi stai leggendo, cinque frasi che non dovresti mai dire al tuo copywriter per il bene della tua relazione:
1. “Sto lavorando a un’immagine per la campagna X che è pressappoco così e più o meno cosà. Cosa ci scrivo?”
Ehm, caro… e che ne so se non me la fai vedere? Lo sai che io lavoro con i concetti prima che con le parole… ogni dettaglio grafico che hai inserito può veicolare un messaggio diverso! Un tempo eri più premuroso, facevamo assieme “look and feel”… Ora invece mi chiami solo quando ne hai bisogno! Ti sei trovato un’altra?!
2. “I tuoi paragrafi vanno bene, ma… potresti farli tutti della stessa identica lunghezza?”
Va bene, te l’ho già detto: io ho una grande stima della tua cura delle proporzioni visive e lo sai, per me queste sfide… mmmh… sono sexy. Però, tesoro: se un paragrafo serve a descrivere un prodotto o un servizio e un altro deve presentare poco più che una call to action, come cavolo faccio? Aggiungo le estrazioni del lotto, così, per gradire? Oppure faccio un fioretto al Dio della Brachilogia? Non siamo mica a Sparta!*
*COPYWRITER NERD ALERT: la brachilogia è una figura del discorso classica in retorica e caratterizzata dalla capacità di dire tutto ciò che c’è da dire brevemente. Era diffusa tra diversi trisavoli di noi copywriter, tra cui i retori e gli oratori greci, in particolare a Sparta. Della serie… Uno ti dice solo “Questa. È. Spartaaa!” e tu hai già capito tutto quello che avevi da capire. Haha, scherzo… che battutaccia!].
3. “Ho finito il layout per il sito, già che c’ero ho fatto una bozza di testo. Me la correggi?”
Senza offesa, ma io ti ho mai dato uno sgorbio messo su con Illustrator da sistemare? No. Ecco, perché questo è l’effetto che mi fa la bozza di testo “da correggere” che mi dai tu. Che fine ha fatto il nostro amato “Lorem Ipsum”? Com’è che ora entrano ed escono bozze di testo a caso senza la mia autorizzazione? Questo sito non è un albergo!
4. “Senti, c’era troppo testo nella tavola e visivamente pareva brutto, ho tolto qualche frase qui e là… va bene lo stesso?”
Allora, questa cosa tendenzialmente si chiama ‘domanda retorica’ e la risposta è “NOOOOOOOOOOOO!”. Una risposta altrettanto ottima è rintracciabile anche su questo sito geniale a cui mi sento molto, molto grata in questo momento: dagli un’occhiata. Lo sai, sono accondiscendente e i miei testi sono flessibili, ma non giochiamo con la mia calma zen: content is king, baby! E dovresti saperlo anche tu! A meno che tu non lo sappia affatto e mi dica una frase tipo quella di cui sotto…
5. “Vabbè, non preoccuparti se t’è scappato un errore di battitura / ortografia / sintassi / morfologia / punteggiatura: tanto la brochure non la legge nessuno!”
… Aaaaaarrrgghhh!!! $%*&£#.
Per riassumere, caro art director: è quasi Natale, sii più buono. Fa sì che penna e matita tornino a scarabocchiare felici fianco a fianco, fa in modo che le nostri menti creative tornino a sbaciucchiarsi sotto il vischio. E soprattutto: fa sì che la nostra unione sappia di vera Nutella e non di Nutella tarocca.
E tu, caro copywriter che mi leggi: mi sei solidale? Condividi le tue esperienze più bislacche col tuo art qui sotto nei commenti.
Fonte dell’immagine: serie minimalista CW vs AD, la trovi qui.
(Un piccolo disclaimer: la mia art director è piena di talento e io la adoro. Ogni riferimento a lei o a chi per lei è puramente casuale. Come, non sembrerebbe? Beh, non è mica colpa mia se sei un lettore malizioso!)
4 coomenti
Ok,ok recepito il messaggio, farò più attenzione da oggi in poi 🙂
Comunque un certo rispetto deve esserci da entrambe le parti. Sul punto 2 se ne può discutere, purtroppo le proporzioni visive nei layout sono importanti e credo che poi la bravura del copy sia anche quella di riassumere e sintetizzare no?
Comunque bell’articolo 😉
Ciao Ciro! 🙂 Innanzi tutto ti ringrazio per il tuo commento: non sai come mi faccia felice ricevere un feedback proprio da un art director (deduco che tu lo sia, da ciò che scrivi): il dialogo è il primo tassello nei problemi di coppia, giusto? 😉 Veniamo al tuo punto: non solo sono d’accordo, ma ti dirò anche che a me stimola particolarmente avere limiti di caratteri o parametri sulle lunghezze testuali in generale (lo dico tra le righe con quel “per me queste sfide… mmmh… sono sexy”). Come dici tu, sta nella bravura del copy modellare i messaggi in maniera persuasiva con più o meno parole. Inoltre (ma questa è una mia opinione personale) trovo che si ottenga efficacia maggiore proprio con la sintesi. Qui l’ironia che propongo è appositamente esagerata per far notare scherzosamente che a volte l’art director è così innamnorato delle proporzioni da scordarsi il contenuto del messaggio che il suo contesto grafico aiuta a comunicare.
Che però le proporzioni siano fondamentali nei layout lo trovo innegabile, e di fatti non lo nego. 🙂
Oh yeah! Concordo per quanto riguarda gli stimoli.
Io poi sono un adoratore del minimal e del sintetico in generale 🙂