Chi ha studiato comunicazione ben si ricorderà della comunicazione persuasiva (io sì, aiuto): per ottenere un massimo effetto dobbiamo veicolare il messaggio in maniera che il ricevente possa credere a quello che diciamo e, soprattutto, fare in modo che se lo ricordi. Nozioni indigeste? Un po’, ma sono anche solide fondamenta.
Nella lingua parlata, quindi, utilizziamo l’enfasi, o cerchiamo di utilizzare poche negazioni. E in un testo scritto che cosa succede? Prima del contenuto di significato gli utenti vedono l’aspetto del testo: una giusta disposizione dei paragrafi, i font omogenei (o magari anche uno solo declinato in grassetto per i titoli e in corsivo per gli elementi che vogliamo isolare, vero? :-P), niente blocchi di testo troppo massicci. Ecco, sono proprio questi piccoli accorgimenti a rendere il nostro testo irresistibile agli occhi di chi ci nota, proprio come le lasagne della domenica, ma… molto più digeribile!
D’altronde è tutta questione di alchimia… colori, sapori, o quel giusto mix di parole, font e immagini.
Sei pronto quindi a tracciare un mini percorso di editing del testo web e dare un sapore più equilibrato ai tuoi testi? A volte le tecniche offline possono essere molto utili se applicate mondo editoriale online… un po’ come quel pizzico di dolce col salato (e fidatevi, qui in Emilia siamo esperti ;-D).
Paragrafi in prestito dalla stampa
C’è una cosa che hanno in comune i testi scritti per il web e quelli cartacei: una corretta disposizione dei paragrafi. Metteresti mai la farcitura prima del pan di spagna? Non credo…
innanzitutto disponi titolo -il famoso H1- in un corpo testo maggiore e in grassetto, poi il primo paragrafo introduttivo, e a seguire la suddivisione in altri paragrafi con relativo titolo che costituiscono il corpo del testo, la trattazione vera e propria; infine, la conclusione.
Per evidenziare le ancore visive, ovvero le parole chiave, usa il grassetto, mentre per le eventuali parole straniere prestate all’italiano puoi usare il corsivo.
La proporzione è il segreto
La ricetta segreta? Beh, è una proporzione: 5 +o- 3. Questo perché i tempi di lettura sul web si condensano e non si possono spendere troppe parole, ma nemmeno troppo poche.
Una headline? Un pay-off? Un piccolo (ma grande) testo per una landing page? Mai superare un certo numero di caratteri! Nell’agenzia per cui lavoro abbiamo coniato una regola che più che altro sembra una formula matematica: “5+o-3“, appunto. Mi spiego: i paragrafi non dovrebbero mai avere meno di due righe di testo -per non sembrare troppo mingherlini- e mai più di otto. Due sono il minimo, cinque l’ideale è sette/otto, il massimo per catturare l’attenzione del lettore web e non stancarlo.
[Tweet “Non scrivere paragrafi troppo lunghi: i tempi di lettura sul web sono stretti!”]
Poi questa regola ha la sua applicazione: per una landing si possono usare tre righe di testo con ancore ben in vista, per un post Facebook invece dalle 3 alle 5 (e non oltre!), mentre i paragrafi di un post per un blog, o un articolo, possono avere paragrafi che vanno dalle 5 alle 8 righe di contenuto. L’introduzione e la conclusione ideali tre paragrafi.
Così otterrai anche un buon ordine visivo e una leggibilità molto più efficace.
La glassa? I font!
La glassa… ovvero i font, che comunemente sono suddivisi in tre famiglie principali:
– Serif: ovvero con “grazie”; quindi Palatino Linotype, Georgia e Times New Roman;
– Sans-serif: ovvero font“senza grazie”; come Tahoma, Arial e Verdana;
– Monospazio: composto da caratteri come il Courier e utilizzati, ad esempio, negli editor testuali e nella programmazione.
Anche per un copywriter o un blogger è importante avere un’infarinatura di tipografia e conoscere un po’ il mondo dei font, perché ogni testo ha bisogno di un carattere adatto e leggibile, specie sul web. Il mio consiglio non è tanto se scegliere un serif o un sans (anche se, sul web, sarebbe sempre meglio il sans), l’importante è che il carattere sia adatto all’obiettivo che ci siamo prefissati: se scriviamo per uno studio medico, ad esempio, non potremo mai usare il Cheri!
In genere preferisco caratteri tipografici che siano puliti, come Neue Helvetica oppure Geo Sans Light, e lascio i calligrafici (per quanto ce ne siano di bellissimi) ai grafici, oppure, eventualmente, li uso per arricchire un’immagine, ma non li impiego assolutamente nei testi.
Davanti ai lettori mai… giustificarti 🙂
Non dimenticare che sul web i testi non vanno giustificati: gli utenti, in linea di massima, leggono istintivamente compiendo il famoso movimento a “F”, ovvero dall’inizio dell’area dei contenuti, spostandosi in orizzontale e verso il basso con un secondo movimento orizzontale (in questo modo si compongono le due barre orizzontali della F) per passare, infine, a una sorta di scroll dei contenuti disposti in verticale sul lato sinistro della pagina.
In conclusione
Ecco fatto, in quattro semplici mosse siamo in grado di garantire una buona leggibilità del testo, che è un punto di partenza immancabile per catturare l’attenzione del nostro utente: ora sei pronto per parlare al mondo, o, almeno, catturarne lo sguardo.
Se hai domande, dubbi, o vuoi aggiungere qualcosa… aspetto i tuoi commenti! 🙂