La SEO è forse uno dei settori del digitale più spesso sottoposti a cambiamenti. Non solo i periodici aggiornamenti di Google e degli altri motori di ricerca, ma anche l’arrivo di nuovi strumenti e tecnologie comportano notevoli modifiche ai professionisti di questo settore. Il più grosso terremoto degli ultimi mesi è stato senza dubbio l’avvento dell’intelligenza artificiale, una burrasca in grado di mettere in crisi i SEO meno esperti. Ma anche di migliorare, velocizzare e coadiuvare il lavoro degli specialisti e delle specialiste che sanno come sfruttare il potenziale dell’AI. Le colleghe di www.quindo.it, per esempio, hanno fatto numerosi esperimenti per capire se e come le intelligenze artificiali possano contribuire al lavoro verticale sull’ottimizzazione per i motori di ricerca. Leggi i loro risultati e scopri come l’AI si sia rivelata preziosa in alcuni campi e deludente in altri.
ChatGPT e la SEO
I contenuti SEO con l’aiuto dell’intelligenza artificiale
L’atteggiamento di alcune SEO specialist si è rivelato vincente: non una chiusura né una cieca fiducia nel celebre strumento di OpenAI che ha sconvolto il mondo del digitale. Puoi far scrivere i tuoi contenuti SEO all’AI? Non proprio. Puoi farti aiutare in alcune mansioni, come la clusterizzazione delle keyword, il brainstorming per gli argomenti del piano editoriale o l’ideazione di titoli vincenti. La stesura del contenuto vero e proprio invece rimane un ostacolo per l’intelligenza artificiale che, davanti ad articoli lunghi e temi complessi, tende a ripetere continuamente le stesse frasi. Puoi chiederle una prima bozza, ma attenzione a rielaborare il contenuto e controllare le fonti di informazione.
SEO tecnica con ChatGPT
Sulle attività ripetitive, strumenti come ChatGPT danno il meglio. Anche grazie alle preziose estensioni scaricabili su Chrome, l’intelligenza artificiale rivela una particolare capacità di scrivere i metadati di una pagina a partire dal suo contenuto, proporre titoli e sottotitoli ottimizzati, realizzare interventi base di SEO tecnica. Anche in questo caso, però, il limite arriva con le operazioni più lunghe e complesse, che vanno necessariamente effettuate a mano. Un valido aiuto per le SEO specialist, ma assolutamente non un sostituto.
E Google Bard?
Pregi e difetti di Google Bard per la creazione di contenuti SEO
Lo strumento lanciato da Google appare sorprendentemente meno performante rispetto a ChatGPT. Certo si tratta di un’intelligenza artificiale molto veloce e intuitiva, e ha l’innegabile vantaggio di essere aggiornato e di poter navigare in internet. Purtroppo però, ha ancora delle difficoltà. Alla richiesta di realizzare la meta-description di una pagina, per esempio, ha risposto con un testo che non segue per niente le linee guida dello stesso Google. Può ancora migliorare, insomma, il che è naturale dato che è ancora in versione beta. D’altra parte, risulta molto utile nella fase di ricerca per la scrittura dei contenuti: potendo navigare, riassume facilmente il contenuto di una o più pagine web da usare come fonte per la tua scrittura. Realizza anche la scaletta di un post o un articolo, ma non lo scrive per intero. “Non sono uno scrittore. Posso fornirti tutte le informazioni necessarie per realizzare il tuo articolo, ma non posso scrivere al posto tuo”. Almeno lo ammette.
Altri esperimenti con Google Bard
Anche in questo caso, lo strumento funziona meglio in fase di brainstorming di idee ed è più aggiornato sui trend di ricerca perché si appoggia proprio a Big G. Fornisce quindi delle keyword research, seppur non troppo dettagliate, suggerisce il tono di voce da usare per i testi in base al target di riferimento e naviga all’interno dei siti competitor per individuarne punti di forza e di debolezza.
Il futuro della SEO sarà nell’AI?
Tutto fa presumere che questi strumenti avranno un peso sempre più importante nel posizionamento dei siti web e quindi nella SEO. Basti pensare all’introduzione da parte di Google della ricerca generativa, che approderà sui nostri desktop nei prossimi mesi. L’intenzione sembra quella di dare all’utente le risposte che cerca direttamente tramite l’intelligenza artificiale, rendendo sempre più complesso il posizionamento organico di alcune keyword.
Se l’utente avrà le risposte che cerca direttamente nei box dell’AI di Google, come potremo ottimizzare i siti web e posizionarli in alto nelle SERP? La domanda è d’obbligo, ma dare una risposta è veramente difficile. Non sapremo come cambieranno le SERP fino a quando la generative search non sarà disponibile in Italia, ma nel frattempo possiamo fare qualche pronostico. L’autorevolezza dei siti web sarà sempre più funzionale al posizionamento, quindi la SEO Off site, già pilastro delle attività di questo settore, accrescerà il suo ruolo nelle strategie di ottimizzazione. Link building e link earning diventano quindi cruciali per tutti gli addetti.
Per quanto riguarda i contenuti, questi saranno forniti dall’AI nella loro forma più semplice, pertinente e corretta rispetto alla query dell’utente. Per convincerlo a uscire da Google (e quindi a visitare il nostro sito o quello che stiamo ottimizzando) saranno necessarie voci potenti, sia per i brand che per i liberi professionisti. Solo con una base di utenti fidelizzati, pronti a leggere il nostro prossimo contenuto, potremo attrarre traffico di qualità. Ricorda che per avere successo online, qualunque sia la tua strategia, devi emergere dalla folla dei competitor. Una volta comprese le nuove dinamiche delle ricerche generative, SEO specialist preparate e aggiornate sapranno condurti per mano verso risultati concreti e durevoli nel tempo.