I servizi collaborativi sono ormai una realtà molto importante anche nel nostro Paese: i siti di baratto, le banche del tempo, i motori di ricerca di condivisione di pratiche eco-sostenibili rappresentano un universo in continua crescita (lo dimostra anche Sharitaly, il primo evento nazionale ad essi dedicato), e hanno bisogno di contenuti testuali ad hoc.
Servizi collaborativi: il mix tra azione e informazione
I servizi collaborativi rappresentano in primo luogo dei contesti di potente azione e scambio, anche tradotto in maniera concreta. L’organizzazione di un apparato di contenuti testuali, come per esempio una sezione di news, non può prescindere da questa connotazione. Diventa quindi importante seguire alcune linee guida per guidare l’utente in un universo affascinante e complesso.
Informazione flash e call to action
Una caratteristica fondamentale dei contenuti testuali legati a siti di servizi collaborativi è la brevità. L’utente che naviga i portali di sharing economy lo fa per compiere un’azione concreta, e il momento dell’informazione rappresenta un aspetto che va ovviamente in secondo piano. Come renderlo quindi frizzante o addirittura divertente? Con notizie flash (mai oltre le 100 parole), in cui sia seguita in maniera perfetta la regola delle 5 W giornalistiche, così da invogliare il lettore ad andare oltre le prime righe, forte della curiosità di approfondire le caratteristiche principali di un fatto.
Un altro aspetto importante che dovrebbe distinguere i contenuti testuali connessi a portali di sharing economy e servizi collaborativi è la call to action. I brevi post meramente informativi sono tranquillamente assimilabili ai lanci d’agenzia, e non rappresentano un valore aggiunto in un mix creativo e tecnico che deve tenere conto di diverse istanze.
Sharing economy e call to action: in azione anche leggendo
I servizi collaborativi sono sinonimo di azione, quindi anche nei contenuti testuali non deve mancare una call to action. Ben vengano perciò notizie riguardanti contest, sondaggi, approfondimenti su ricerche specifiche. L’azione diventerà quindi completa, e l’utente potrà dire di aver trovato nei contenuti testuali un valore aggiunto, e non un elemento di disturbo nel raggiungimento dell’obiettivo di frequentazione del portale.
Servizi collaborativi e contenuti testuali: dove cercare le fonti?
Si apre quindi il problema della ricerca delle fonti utili a rendere un sito di servizi collaborativi un luogo perfetto di condivisione concreta e culturale. In questo caso si può dire che le linee non divergano da quanto vale per l’organizzazione di contenuti in blog più classici. Spazio quindi all’iscrizione ad alerts o a newsletter di testate online anche straniere, oltre che all’uso di aggregatori di contenuti come Flipboard (una scoperta recente e molto sorprendente!) e Google Currents.
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