Perché scomodare Dino Buzzati e il suo capolavoro Il Deserto dei Tartari in un post sul web marketing?
Se analitiche, piano editoriale, influencer, newsletter targettizzate, Social Media, blog, contenuti multimediali, CTA, analisi SWOT e KPI sono le tue dita da digital Re Mida che trasformano tutto in oro, questo post forse non è per te. Se invece a volte ti sei sentito come un Giovanni Drogo 4.0 in continua attesa di qualcosa, la similitudine tra web marketing e Deserto dei Tartari non è completamente da escludere.
E vediamo perché questo paragone letterario potrebbe anche rivelarsi utile davanti al capo.
L’attesa dal Deserto dei Tartari al web marketing
Partiamo da qui. L’attesa dell’attacco che, piano piano, si fa speranza.
Un po’ come per noi di internet. Viviamo nell’attesa di un qualcosa che arrivi dall’esterno, di una reazione di qualsiasi tipo ad una nostra mossa, della prossima tendenza da anticipare o cavalcare. Poi, come se non bastasse, non dimentichiamoci delle impazienti aspettative scaricateci addosso da altri.
E vai con i mantra del “lavoro a medio lungo-termine”, “i primi risultati apprezzabili li avremo tra …”, “quando arriveranno un po’ più di dati” e “non avere fretta di”.
Dimostrare il proprio valore
Ecco l’altro tema dell’opera di Buzzati. Nello stesso modo in cui Giovanni Drogo desidera per tutta la vita una vera occasione per dimostrare tutto il proprio valore, il professionista del Web Marketing è sempre in cerca di un’opportunità per mettersi alla prova.
Tutto sommato non importa che la sfida sia aumentare l’engagement, le conversioni, la visibilità o il sentiment verso il brand. Basta solamente trovare un’occasione per dimostrare, numeri alla mano, la bontà del nostro impegno sul web.
Ferrea disciplina militare
Il mondo de Il Deserto dei Tartari è quello militare, della frontiera, della Fortezza Bastiani. E come i soldati di Buzzati noi professionisti del web siamo armati di disciplina, rigore, strumenti, fede incrollabile e (im)pazienza.
Altro che i soliti “cuggini”. È proprio questa ferrea disciplina quasi militare a differenziarci da loro.
L’immensità
Benché si dica da decenni navigare in rete, l’oceano di internet può essere paragonato ad un immenso deserto, simile a quello degli antichi Tartari al confine con il Regno del Nord.
L’immensità che si estende davanti ai nostri bastioni digitali da presidiare è sconfinata, quasi desolante. Eppure è un mondo pieno di opportunità e bellissimo, affascinante, intrigante, misterioso.
Pieno di hashtag rotolanti, gattini, buongiornissimo! e meme.
Farsi vedere attivi
Con questo ovviamente non intendo l’astuzia di concordare il canonico verso della tortora in modo da avvisare i colleghi del sopraggiungere del capo per far finta di lavorare.
Bisogna farsi vedere attivi e pronti da chi è là fuori, presidiando attivamente le piattaforme web e social .
Non è il semplice giro di ronda della Fortezza Bastiani, ma un insieme di reperibilità, risposte pronte, restyling, aggiornamenti, chiamate all’azione.
L’amato nemico
Può darsi che tu ti stia chiedendo se un paragone con Il Deserto dei Tartari di Buzzati non porti ad una concezione un po’ troppo pessimistica, ostile e diffidente del web marketing. Non è per forza così.
Ma chi sono i nostri Tartari target tanto agognati? Dobbiamo essere felici o temere ogni contatto? Chi ci segue, condivide, commenta, si iscrive alla newsletter, mette like, chiede informazioni, recensisce è amico o nemico?
Entrambi. A differenza del libro, amici e nemici non meritano però un muro contro muro, ma una vera e propria opera diplomatica. Di customer care.
Eppure ammettiamolo, come il sottotenente, siamo sempre in guardia da possibili troll, haters, recensioni negative, hacker, bug, messaggi dal significato misterioso, problemi di connessione.
Guardare fuori dalle mura
Collegato al motivo precedente, guardare fuori dalle proprie mura non è solo una necessità difensiva, ma anche un avere occhi sul mondo esterno.
Tralasciando il nemico/concorrente caro al nostro Giovanni Drogo del web, là oltre le mura c’è un mondo sconfinato di tendenze, strumenti, consigli, evoluzioni e mutamenti da sfruttare. O almeno da conoscere.
La fine
Sappiamo tutti come finisce Il Deserto dei Tartari. Il tanto agognato attacco arriverà quando Giovanni Drogo, ormai vecchio e malato, sarà morente.
Il suo riappacificarsi con sé stesso di fronte alla beffa di una vita sembra quasi quello che prova, guardandosi indietro, il professionista del web.
Tutte quelle mosse andavano fatte, punto.
E invece dell’attesa della grande occasione di una vita web, ti rendi conto che sono stati quei piccoli e continui passi ragionati ad averti fatto le ossa, ad aver prodotto più di quanto immagini.
O almeno, questo nella mia opinione. Tu cosa ne pensi del paragone tra web marketing e Il Deserto dei Tartari? C’è qualcosa che vorresti aggiungere?