Da una decina di anni a questa parte, tematiche come il cambiamento climatico, la deforestazione, l’inquinamento atmosferico e la tutela della biodiversità sono diventate le protagoniste della vita collettiva, assumendo il ruolo di vere e proprie sfide che per essere vinte necessitano di un’attenzione a livello globale.
Questo è il contesto che ha visto nascere figure professionali come il giornalista ambientale e l’eco-blogger, il cui compito è quello di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica ma anche quello di proporre idee e soluzioni per affrontare l’emergenza climatica.
Alla luce di quanto detto, nei prossimi paragrafi ci interrogheremo su quali sono i possibili sbocchi di queste carriere che sembrano destinate a diventare dei veri e propri punti di riferimento del settore; capiremo insieme quali sono le competenze e le skill che è necessario avere e quali i percorsi da intraprendere ma soprattutto punteremo il focus sul tema della responsabilità sociale e sulla necessità di un’informazione coerente, reale e aggiornata.
Chi è il giornalista ambientale?
Il giornalista generalista, come dice la parola stessa, si occupa di argomenti che spaziano dalla cronaca, allo sport, passando per la politica e lo spettacolo.
Il giornalista ambientale, al contrario, è un professionista che potremmo definire di nicchia perché il suo campo d’azione è circoscritto alle tematiche ambientali. I suoi reportage, i vari approfondimenti e le notizie che ci “offre” hanno un unico comune denominatore ovvero l’ecosistema. Tra i suoi compiti rientra quello di documentarsi con dovizia di particolari, studi scientifici alla mano, di conoscere e commentare le politiche nazionali e internazionali in materia di ecosostenibilità e sottolineare iniziative importanti e promettenti. Non dimentichiamo inoltre il ruolo di denuncia: il giornalista ambientale analizza e denuncia situazioni rischiose che possono far sorgere eventuali criticità per il nostro Pianeta.
Cosa fa il giornalista ambientale?
Proviamo ad approfondire quanto abbiamo detto nel precedente paragrafo. Il primo compito di un reporter ambientale è quello di informare il suo pubblico, utilizzando servizi sia audio che video, o scrivendo articoli capaci di spiegare al grande pubblico argomenti complessi ma fondamentali per la costruzione di una coscienza collettiva ambientale. Grazie a questo professionista possiamo infatti capire ad esempio, in modo semplice ma efficace, in cosa consiste il legame tra emissioni di CO₂ e innalzamento delle temperature globali.
La consapevolezza è un nodo fondamentale in materia di clima: ”costruire” la coscienza ambientale è un meccanismo che nasce da una precisa opera di sensibilizzazione il cui onere spetta proprio la giornalista ambientale che ha il compito di sollecitare l’opinione pubblica, dando spazio ad argomenti che spesso sono trascurati dai media generalisti.
Dove lavora un giornalista ambientale?
Uno degli interrogativi più frequenti in merito a questa nuova professione sono gli sbocchi e gli ambiti nei quali può lavorare un giornalista ambientale.
Le testate giornalistiche sia generaliste che specializzate rappresentano il contesto più comune e immediato nel quale questo professionista può svolgere le sue mansioni così come può lavorare in programmi televisivi e radiofonici, in testate online, magari specializzate in tematiche green, e agenzie di stampa. In molti casi, il giornalista ambientale lavora come freelance quindi non è legato a nessuna testata in particolare, ma collabora con diverse agenzie stampa contemporaneamente.
Uno degli ambiti più stimolanti è senza dubbio la partecipazione a organizzazioni non governative ed enti pubblici dove è possibile monitorare e divulgare iniziative e fatti a tema ambientale.
Chi è l’ecoblogger?
Il termine blogger evoca già di per sé l’idea di un settore o di un argomento specifico di cui occuparsi; l’ecoblogger restringe ancora di più il campo perché indica quella figura professionale che, grazie all’utilizzo di social media e piattaforme come blog personali o podcast, si occupa di sostenibilità e tematiche ambientali.
Pur avendo alcuni punti di contatto con il mestiere di giornalista ambientale, l’eco blogger, per sua natura, sposta il focus dalla semplice notizia o dal reportage alla divulgazione tra persone comuni: cita esperienze dirette, riflessioni personali, elargisce consigli pratici, a volte utilizza strumenti come i tutorial, per risolvere problemi e criticità. Può mostrare ad esempio come riciclare la carta o come riutilizzare le bottiglie di plastica. In pratica ci mostra come ognuno di noi può contribuire alla tutela dell’ambiente.
Ma quali sono le skills che deve possedere chi vuole intraprendere questo percorso?. Tra le più importanti ne citiamo quattro:
- Forte personalità
L’ecoblogger deve puntare sulla forza della narrazione soggettiva per catturare l’attenzione del lettore o dello spettatore. Deve riuscire ad appassionare il suo pubblico condividendo storie e riflessioni capaci di spingerci a modificare il nostro stile di vita, riducendo l’impatto ambientale.
Lo stile comunicativo di questo professionista è fondamentale; deve essere informale, diretto ma soprattutto deve ispirare e incoraggiare il suo pubblico all’adozione di pratiche sostenibili. deve essere un abile scrittore perché il testo scritto è parte integrante della sua attività. Non dimentichiamo infatti che l’ecoblogger può trasformarsi facilmente in un influencer, soprattutto se ha a che fare con un pubblico giovane e particolarmente attivo sui social.
Gli strumenti che ha a disposizione sono diversi: può proporre eco-challenge; pratiche green cone la realizzazione di un porto sul balcone o il compostaggio domestico; può stimolare la fantasia con racconti di viaggi sostenibili o elargire consigli d’acquisto promuovendo prodotti a km 0 ad esempio, o abbigliamento etico e tanto altro ancora.
- Community
La chiave di lettura di questa nuova professione sta tutta nella capacità di costruire un dialogo diretto con i lettori utilizzando strumenti ad hoc come rubriche, iniziative e creando sfide (challenge) a tema green.
- Competenze
Se è vero che spesso questo professionista si affaccia nell’etere perché semplice appassionato delle tematiche ambientali, lo è altrettanto il fatto che, con il tempo, deve affinare e ampliare le sue competenze per raggiungere quella professionalità che può portarlo a collaborare con esperti del settore.
- Utilizzo delle varie piattaforme
Una delle skills imprescindibili è di natura tecnica. L’ecoblogger deve conoscere e saper utilizzare alla perfezione strumenti come video, infografiche, live social e webinar per comunicare con i suoi lettori.
Eco-blogger e giornalista ambientale: riflessioni
Come abbiamo avuto modo di sottolineare, queste due figure mostrano alcuni lati perfettamente sovrapponibili tanto che spesso i giornalisti ambientali aprono un proprio blog personale mentre gli eco blogger si trovano a collaborare con testate giornalistiche o a realizzare progetti editoriali professionali e ben strutturati.
Per essere credibili e professionali è necessario possedere alcune competenze di base.
Per operare in questo campo non è necessario essere in possesso di una laurea specifica ma dobbiamo comunque possedere una serie di conoscenze scientifiche di base in materia di cambiamento climatico, di ciclo di vita dei prodotti: partire da queste basi vuol dire avere la capacità di comprendere e di saper interpretare il quadro generale.
Il contenuto è importante sempre ma lo è ancora di più quando parliamo di professioni che hanno a che fare con la scrittura. Entrambi i professionisti devono avere la capacità di scrivere in modo chiaro, corretto, strutturato e accattivante ovvero devono essere in grado di catturare in poche mosse l’attenzione del lettore.
Ogni contenuto, per poter essere definito di qualità, deve partire dalla verifica delle fonti. Occorre infatti avere la capacità di verificare e controllare dati, numeri, statistiche, facendo riferimento a fonti ufficiali e database riconosciuti come Eurostat, ad esempio, o ISPRA.
Il giornalista ambientale e l’eco blogger devono avere la capacità di spiegare a un pubblico eterogeneo, concetti complessi e difficili attraverso l’utilizzo di strumenti come Instagram, Youtube o TikTok,
Accanto alle competenze oggettive, questi due professionisti devono possedere anche una serie di soft skills come, ad esempio, la passione e la curiosità nei confronti di un contesto in costante evoluzione: per rimanere competitivi e per fidelizzare il proprio pubblico è necessario aggiornarsi, apprendere, studiare.
Coinvolgere il proprio pubblico, soprattutto in merito a tematiche tanto importanti, vuol dire avere la capacità di comunicare e trasmettere informazioni messaggi in modo coinvolgente e questo è possibile soltanto se abbiamo una buona dose di sensibilità ed empatia.
Per portare avanti il proprio operato, è fondamentale riuscire a creare una fitta rete di collaborazioni e scambi con altri blogger ma soprattutto con gli esperti del settore, fondamentali per dare al proprio pubblico informazioni esatte e per crescere nel settore professionale.
Affrontare le tematiche ambientali non è semplice anzi, spesso è davvero sfidante spesso ci scontriamo con la complessità dei problemi e la lentezza dei cambiamenti. Tra le soft skill più importanti quindi troviamo la determinazione, l’audacia, la perseveranza ovvero quelle doti che ci impediranno di arrenderci alla prima difficoltà.
Qual è il percorso di studi?
Come abbiamo sottolineato nei paragrafi precedenti, non è necessario avere una laurea specifica ma, in linea di massima, per intraprendere una carriera in questi settori è ideale avere una formazione in Scienze della comunicazione, perfette per padroneggiare tematiche come il marketing, alcune tecniche di giornalismo e specializzarsi nel settore dei digital media; Scienze e Ingegneria ambientale, geologia o biologia per la base scientifica; Economia e gestione dell’ambiente per capire in che modo la politica e l’economia possono influenzare i processi di transizione ecologica.
Possiamo inoltre arricchire il nostro curriculum con diversi Master. Tra i più interessanti troviamo i master giornalistici a tema ambientale o scientifici oppure scegliere di frequentare un corso di specializzazione post laurea come quelli offerti dai programmi di formazione online come i famosi MOOC che possiamo trovare su piattaforme come Coursera, edX, FutureLearn.
La formazione sul campo
Le competenze teoriche devono essere ampliate e sostenute da una solida esperienza sul campo. Tra le soluzioni più gettonate troviamo:
- Stage e tirocini in redazioni specializzate, ONG, uffici stampa di enti pubblici o privati del settore ambientale;
- Collaborazioni come freelance con blog, testate locali o riviste di settore;
- Volontariato presso associazioni ambientaliste.
Diventare giornalista ambientale o ecoblogger: consigli pratici
La prima cosa da fare è creare un blog personale da utilizzare, almeno nei primi mesi, come una vera e propria palestra di scrittura: in questo spazio possiamo raccogliere gli articoli che ci interessano ma anche comunicare le nostre riflessioni o le nostre esperienze in merito all’argomento trattato.
Il secondo passaggio consiste nel creare un profilo professionale su Linkedin: ricordiamo però che è essenziale curare questo spazio social, aggiornare i contenuti e pubblicare articoli per mostrare la nostra competenza nel settore. Per farci conoscere, proponiamo i nostri articoli a blog o riviste online già affermati.
Partecipare a eventi e conferenze ci regala un duplice beneficio: da una parte ci permette di rimanere aggiornati e competitivi, dall’altra ci aiuta a stabilire contatti e collaborazioni che potranno rivelarsi utili in futuro. Iscriviamoci a gruppi online e forum tematici e a gruppi e associazioni di categoria.
Infine due piccole strategie:
- Per farci conoscere e diventare un punto di riferimento del settore, la parola d’ordine è specializzarsi. Scegliamo un tema specifico come, ad esempio, il riciclo, e diventiamo dei guru del settore per aumentare la nostra autorevolezza.
- Non trascuriamo l’importanza del feedback e delle recensioni dei nostri lettori. Leggerle e interpretarle ci aiuta a migliorare e ad adattare stile e contenuti al nostro pubblico target.
Eco blogger e giornalista ambientale: deontologia e responsabilità
Queste due professioni svolgono un ruolo importante in quanto informano e sensibilizzano l’opinione pubblica. Questo è il motivo per cui è fondamentale:
- Citare sempre le fonti dei dati e delle informazioni riportate
- Evitare allarmismi e sensazionalismi non giustificati dai fatti
- Dichiarare eventuali conflitti di interesse, se stiamo sponsorizzando un’azienda dobbiamo essere chiari e comunicarlo al nostro pubblico.
Tra le best practice relative alla responsabilità sociale ricordiamo:
- Evitare il greenwashing: promuovere iniziative o prodotti come “verdi” senza che abbiano reali benefici ambientali danneggia la credibilità e confonde il nostro pubblico.
- Fornire soluzioni realistiche: diamo al nostro pubblico proposte vere e facilmente realizzabili.
Non dimentichiamo infine la coerenza: noi siamo quello che scriviamo, soprattutto se ci occupiamo di un contesto così particolare come la crisi climatica.
Prospettive di carriera
Quello degli ecoblogger e dei giornalisti ambientali è davvero un settore in crescita? Assolutamente sì e i fatti ci danno ragione:
- Agenda politica e sociale: la crisi climatica e ambientale è costantemente sotto i riflettori dei politici a livello globale;
- Le aziende hanno bisogno di figure che le aiutino a comunicare i propri obiettivi e risultati in ambito sostenibile;
- Nuove piattaforme e formati: il pubblico utilizza sempre di più i social media e i video brevi per informarsi. Questo apre spazi a chi sa unire la creatività alla competenza.