Abbiamo partecipato al webinar organizzato da SEOZoom con ospite Pierluigi Tosto, Head of SEO di Seed Digital, e questo è quello che abbiamo imparato.
Cos’è la migrazione SEO? Le tipologie
La migrazione SEO si riferisce al processo di spostamento di un sito web da una versione o struttura all’altra, con l’obiettivo di mantenere o migliorare la sua visibilità e posizione nei motori di ricerca. Può includere cambi di dominio, di server, di piattaforma CMS, o un restyling grafico e strutturale. Più nello specifico:
HTTP/HTTPS: Questo tipo di migrazione implica lo spostamento del sito da una versione non sicura (HTTP) a una versione sicura (HTTPS). È classificato come facile per tutti i tipi di siti (piccoli, medi, grandi), poiché generalmente comporta l’installazione di un certificato SSL e l’aggiornamento dei collegamenti interni per riflettere il nuovo protocollo.
Cambio di Dominio: Cambiare il dominio di un sito web è anch’esso un processo relativamente semplice, classificato come facile per siti piccoli e medi, ma diventa un po’ più complesso per i siti più grandi.
Cambio di Server: Simile al cambio di dominio, il cambio di server (ad esempio, passare a un nuovo provider di hosting) è generalmente un processo semplice, classificato come facile per i siti piccoli e medi, e di difficoltà media per i siti più grandi.
Cambio di URL: Questo tipo di migrazione implica un cambiamento nella struttura delle URL del sito. Anche questo è classificato come facile per i siti piccoli e medi, ma di media difficoltà per i siti più grandi.
Migrazione di una Parte del Sito: Spesso, solo una parte del sito necessita di una migrazione. Questo è generalmente facile per i siti piccoli e medi, ma diventa medio in termini di difficoltà per i siti più grandi.
Cambio di Piattaforma: Passare a una diversa piattaforma CMS può variare da facile a medio, a seconda delle dimensioni del sito.
Restyling Grafico e Strutturale: Aggiornare l’aspetto e la struttura del sito è classificato come facile per tutti i tipi di siti.
Cambio di Dominio + Cambio di URL: Combinare questi due tipi di migrazione aumenta la complessità, classificandola come media per i siti piccoli e come difficile per i siti medi.
Cambio di Dominio + Cambio di URL + Restyling: L’aggiunta di un restyling al mix incrementa ulteriormente la difficoltà, rendendola difficile per i siti medi e molto difficile per i siti grandi.
Cambio di Dominio + Cambio di URL + Restyling + Cambio di Piattaforma: Questa è una delle migrazioni più complesse, classificata come molto difficile per i siti medi e un vero e proprio incubo per i siti grandi, data la complessità e i molti elementi coinvolti.
Le sfide della migrazione
Una migrazione non gestita correttamente può portare a forti cali di visibilità. Ad esempio, la perdita di posizionamenti su Google a causa di una migrazione mal gestita può avere un impatto negativo significativo sul traffico del sito.
La checklist delle 3 fasi della migrazione
- Pre-Migrazione: Prima di iniziare, è essenziale mappare le URL del sito da migrare, analizzare l’architettura delle nuove URL, creare regole di redirect, e comparare i contenuti del vecchio e del nuovo sito.
- Go-Live: Durante la migrazione, bisogna eseguire un check dei redirect, degli errori di scansione, della Search Console, delle sitemap XML e dei robots.txt, oltre a monitorare il comportamento degli utenti sul nuovo sito.
- Post-Migrazione: Dopo la migrazione, è cruciale monitorare l’indicizzazione, i posizionamenti, il rendering, la cache di Google, e le performance generali del sito.
Gli Errori Comuni
- Area di Staging Indicizzabile: Uno degli errori più comuni è il mancato blocco dell’area di staging dai motori di ricerca. Questo spazio, utilizzato per testare il sito prima del lancio ufficiale, può essere indicizzato accidentalmente, portando a risultati di ricerca duplicati o non pertinenti. Per evitare ciò, è fondamentale utilizzare il file
robots.txt
per impedire ai motori di ricerca di scansionare e indicizzare queste pagine, assicurandosi così che solo il contenuto del sito live venga visualizzato nei risultati di ricerca. - Mancata Migrazione dei Media: Le immagini, i video e altri media sono elementi cruciali per l’engagement sul sito e il SEO. Un errore comune è la mancata migrazione corretta di questi asset, che può portare a link interrotti, immagini mancanti e una ridotta esperienza utente. Questo si traduce in una perdita di traffico e una diminuzione dell’engagement. È importante assicurarsi che tutti i media siano trasferiti correttamente, mantenendo gli stessi URL o implementando redirect 301 in caso di cambiamenti, per preservare il valore SEO accumulato e garantire una transizione fluida per gli utenti.
- Gestione Errata degli Status Code: Gli status code HTTP comunicano ai motori di ricerca lo stato delle pagine web. Durante la migrazione, è essenziale che questi codici siano usati correttamente. Ad esempio, un errore comune è l’uso improprio del codice 302 (redirect temporaneo) invece del 301 (redirect permanente), che può confondere i motori di ricerca riguardo alla permanenza dei cambiamenti apportati. Questo può portare a una cattiva gestione dell’autorità delle pagine e a problemi di indicizzazione. Inoltre, assicurarsi che le pagine obsolete o rimosse restituiscano un codice 404 (non trovato) o 410 (sparito) aiuta i motori di ricerca a capire che tali contenuti non dovrebbero più essere indicizzati.
La migrazione SEO è un processo complesso ma cruciale nel mondo digitale di oggi. È chiaro che ogni tipo di migrazione, sia esso un cambio di dominio, di server, di piattaforma CMS, o un restyling grafico e strutturale, presenta le sue specifiche sfide e opportunità.
La migrazione di un sito web non è solo una necessità tecnica, ma rappresenta anche un’opportunità significativa per migliorare la visibilità e l’autorità di un sito nei motori di ricerca. Questo processo richiede una pianificazione meticolosa, una comprensione approfondita dei diversi aspetti del SEO e un’attenta esecuzione per minimizzare la perdita di traffico e massimizzare il potenziale di miglioramento.
Il webinar di Pierluigi Tosto evidenzia l’importanza di affrontare le migrazioni SEO con un approccio sistematico, seguendo passaggi ben definiti e preparandosi a eventuali sfide. Dal pre-migrazione, attraverso il giorno del go-live, fino alla fase post-migrazione, ogni passaggio richiede attenzione ai dettagli e monitoraggio costante. Gli errori comuni, come l’area di staging indicizzabile, la mancata migrazione dei media, e la gestione errata degli status code, possono avere conseguenze significative e devono essere evitati.
È fondamentale considerare che ogni migrazione è unica e dipende dalle specifiche del sito in questione. Siti di diverse dimensioni e complessità richiederanno strategie diverse. Ad esempio, un sito piccolo potrebbe trovare facile una migrazione HTTP/HTTPS, mentre un sito grande potrebbe affrontare sfide significative nel realizzare un cambio di dominio, URL e piattaforma contemporaneamente.
La migrazione SEO non è un percorso da affrontare alla leggera, ma con la giusta preparazione e le competenze necessarie, può diventare un’occasione per migliorare significativamente la performance di un sito web.