Questo è un testo sui testi, un meta-testo.
Cominciamo dalle basi: che cos’è un testo? Sembra facile rispondere ma non lo è. Siamo portati a pensare che si tratti semplicemente di un insieme di parole e/o frasi. Non è così. Però comprenderne la costruzione è la chiave per saper scrivere bene. Questo mese cercheremo di dare una definizione di testo e di individuarne i requisiti.
Iniziamo citando un aneddoto tratto da un libro di linguistica che consiglio come approfondimento.
Si dice che ci fossero due amici romani che avevano fatto una scommessa su chi sarebbe stato in grado di scrivere la lettera più breve. Il primo scrisse “Eo rus” (vado in campagna) e il secondo gli rispose semplicemente “I” (va’) e vinse la scommessa.
Entrambe queste affermazioni sono testi. Perché?
Perché non importa se è composto da una parola o da una sola lettera, un testo è qualsiasi insieme di parole o frasi che abbia un chiaro intento comunicativo.
Se scriviamo per esempio:
Ciao, mi chiamo Aurora. Le mele sono rosse. Probabilmente Aristotele non mangiava il risotto. Sopra la panca la capra campa.
L’insieme di queste frasi ovviamente non è un testo, non comunica nulla. La linguistica individua alcuni requisiti fondamentali che consentono di stabilire cosa è un testo e cosa non lo è. Questi requisiti sono di due tipi, formali (coesione e coerenza) e pragmatici (intenzionalità, accettabilità, informatività, situazionalità e intertestualità).
Cominciamo dai requisiti di forma.
Un testo deve essere coeso, cioè le sue parti devono essere collegate fra di loro attraverso strumenti grammaticali. Spesso questo risultato si ottiene utilizzando congiunzioni, pronomi e altre espressioni. Si potrebbero spendere diverse pagine solo per analizzare questo genere di elementi, ma non è lo scopo di questo post quindi non è il caso di dilungarsi, meglio semplificare con un esempio:
Piove. Dunque, come conviene vestirci?
In questo caso ‘dunque’ collega le due frasi.
La coerenza è difficile da spiegare perché riguarda il significato di un testo, non la sua forma. Un testo è coerente se le frasi che lo compongono sono collegate da nessi logici. Un testo è composto da due parti: il tema, che è la parte nota del discorso, l’argomento, e il rema, che indica come si parla di un certo tema. È importante sapere che una maggior coerenza può aiutare a correggere un testo poco coeso. Per essere più chiari facciamo un esempio di coppia tema-rema.
Cosa fai? Completo un puzzle.
In questo caso non è presente nessun elemento di coesione, il testo ha senso perché tema e rema sono compatibili.
Passiamo ora ai requisiti che riguardano il contesto, i principi pragmatici.
L’intenzionalità è il fattore che indica l’atteggiamento del mittente di un messaggio che intende creare un testo coeso e coerente in modo da trasferire un significato.
L’accettabilità riguarda invece il destinatario, ovvero la capacità di chi riceve il messaggio di comprenderlo.
L’informatività di un testo, invece, descrive l’informazione contenuta in un testo che può essere conosciuta, sconosciuta, incerta.
La situazionalità indica il rapporto del testo con la situazione in cui è prodotto.
L’intertestualità, infine, è il rapporto di un testo con altri.
L’insieme di questi fattori concorre nel rendere un testo efficace, efficiente e appropriato.
Conclusa questa premessa indispensabile, si può aggiungere che i testi possono essere di cinque tipi diversi a seconda della loro funzione e ognuno di questi impone regole da rispettare. Nei prossimi post approfondiremo l’uso e le caratteristiche dei testi narrativi, descrittivi, espositivi, regolativi e argomentativi.
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Chiaro e semplice