Il seguente post è a cura di Susanna Moglia. Web & Social Media addicted, creativa, pessima cuoca, divoratrice di libri e mamma 2.0, sempre divisa tra famiglia e SocialMedia, (web)artist per vocazione, scrivo (tantissimo, per il mio blog, per lavoro, per me), leggo (una volta tantissimo ora non tanto quanto vorrei), dipingo appena posso, vivo in modalità problem solving costante, sto cercando un modo per clonarmi ma ancora senza successo. Puoi leggere i suoi articoli sul blog Questione di… Social!
La storia di un brand può essere raccontata in diverse modalità: si può proporre una storia educativa, una nuova storia ispirata a fatti ed eventi contemporanei, può essere la storia dei tuoi clienti o la tua storia personale, con dei protagonisti e una story line in evoluzione.
Ma i creatori di contenuti, gli storytellers, devono rimanere sempre in allerta riguardo a due fattori estremamente importanti: devono assicurare alla storia continuità e consistenza, evitando l’insorgere di buchi nella narrazione. Perché le persone devono essere coinvolte nelle loro emozioni senza piombare nella confusione di errori o dimenticanze.
Lo storytelling non deve essere inteso come uno strumento di vendita
Creare del contenuto nella nostra content marketing strategy vuol dire creare una nostra storia. È un metodo per costruire forti relazioni con i tuoi clienti e per espandere velocemente la tua community. La tua storia identifica le tue passioni e serve da fondamenta per lo sviluppo dei contenuti futuri.
Ora come ora, lo storytelling sta diventando un must per ogni buona strategia di contenuti nel social marketing. In molti ne parlano, alcuni la adottano, ma in pochi hanno capito veramente come utilizzare la tattica del “raccontare storie”. Lo storytelling richiede tempo ed esperienza e non si può pensare di farne un uso superficiale senza cadere in errori le cui ripercussioni sul brand potrebbero essere disastrose.
Costruire una storia è una questione molto seria che richiede tutta la tua attenzione su cosa stai facendo.
Visto che dagli errori si può imparare, ecco una breve lista tratta da una splendida presentazione di Alex Barrera di cosa non devi assolutamente fare, se vuoi creare la storia del tuo brand nel modo corretto.
1 I fatti non sono una storia
Il più delle volte che qualcuno scrive la storia della propria azienda o del proprio percorso professionale, non fa altro che redigere una favolosa lista di fatti. Ecco, chiariamo subito questo concetto: numeri e fatti non sono una storia. Possono essere inseriti nella story line ma non devono essere troppi.
Le storie riguardano le passioni e le emozioni che non si possono descrivere con i numeri. Non stai scrivendo un documento di Powerpoint! Le storie illustrano i fatti, hanno per protagonista un essere umano e le sue reali esperienze: questo catturerà l’attenzione anche della audience più distratta.
2 Non avere un motivo
Uno dei più chiari esempi che fa capire quanto fare storytelling sia critico, è il fatto che molte aziende usano storie che non hanno alcun senso. A volte capita di leggere storie fantastiche che, nonostante siano bellissime, non hanno niente da spartire con l’azienda che la riporta. Una storia deve avere una ragione per esistere. Può avere una morale, può insegnare o lanciare un messaggio ad una specifica audience.
Molte aziende si dimenticano di creare un collegamento, di aggrapparsi ad una ragione per raccontare una storia. Quando le storie raccontate non hanno nulla a che vedere con il messaggio che si vuole mandare, il fallimento che ne deriva può anche ritorcersi contro l’azienda stessa e creare più confusione che coinvolgimento.
3 Non dare importanza al contesto
Cosa è il contesto? In parole semplici: è quell’informazione che permette a tutti di capire una situazione specifica.
Se non mi condurrai passo passo verso l’evento che stimola il mio interesse non potrò capirlo, interpretarlo ed immedesimarmi. Il contesto è essenziale.
Spesso lo storytelling non funziona perché le storie vengono studiate e raccontate da esperti. Il problema con gli esperti è che credono che tutti quanti lo siano allo stesso modo o anche di più. Questo vuol dire che immaginano una audience in grado di capire da sola il perché viene raccontata una storia. SBAGLIATO!
La tua audience deve essere considerata un terreno vergine che ha bisogno di essere accompagnata verso il cuore della storia o ne rimarrà confusa perdendo l’attenzione che ti aveva rivolto.
4 Scrivere una storia senza un protagonista
Vale la pena ripeterlo perché la gente continua a pensare che raccontare una storia dal punto di vista del brand sia la soluzione migliore. NO! Niente è meglio che usare un protagonista umano, in cui la tua audience possa identificarsi, possa sentirsi coinvolta e provare emozioni.
Un prodotto non è un protagonista. Un esempio potrà chiarire ogni dubbio: tu non sei attratto dalla lattina della coca cola, ma dal ragazzo o ragazza che la beve. Non dal liquido, né dalla confezione ma dalla persona che beve e da cosa rappresenta.
5 Aspettare a condividere la tua storia
Prima di distribuire la propria storia, molti aspettano di avere tutto pronto, testi, immagini, grafici, ads, slides, video. Presto però capiscono che la storia non funziona dovendo ricominciare daccapo. Per favore, non aspettare inutilmente! Inizia a condividere la tua storia al più presto possibile e vedi le reazioni. Raccontala ai tuoi amici, alla famiglia, ai clienti e controlla come reagiscono.
Cerca di individuare cosa funziona e cosa no e chiediti il perché. Potrai aggiungere e modificare contenuti e contributi alla tua storia, come video, immagini, testimonianze, mano a mano che ricevi feedback positivi e capisci in quale direzione andare. Ora sai come non deve essere la storia del tuo brand. Ricorda che una buona storia può anche essere corta, se riesce ad essere sufficientemente incisiva e coinvolgente.
Per questo i social media possono essere un ottimo veicolo per diffonderla. Instagram permette di entrare a contatto con la propria audience in modo immediato e diretto grazie a scatti e video tratti dalla vita quotidiana; Pinterest è il visual network per eccellenza, grazie alle sue bacheche è possibile costruire delle vere e proprie storie attorno al brand, usando immagini che ne descrivano le passioni e i valori e dando la possibilità a tutti gli utenti di salvarle e metterle nelle loro bacheche.
E tu hai già pensato di utilizzare lo storytelling per il tuo brand? Quali strumenti secondo te sono i migliori per raccontare e diffondere la tua storia?