Il successo di una buona tattica di web copywriting sta sempre nei contenuti: è necessario che questi siano interessanti e ben chiari, che apportino informazioni nuove e che creino interazione portando nuovi lettori al blog attraverso le condivisioni.
Alt! Tutto qui? No. Alla base di un buon contenuto c’è di più, a partire proprio dalle fondamenta della costruzione di un testo: sì, la maestrina dalla penna rossa colpisce ancora.
Chissà quante volte ti sarai trovato di fronte a un testo dalla grammatica precaria, con una punteggiatura sbagliata o del tutto assente, senza consequenzialità tra i tempi verbali e con gli accenti sbagliati. Se non si rispettano le leggi della buona scrittura i contenuti ne risentono, e così anche le interazioni, con la conseguente perdita di credibilità per l’autore. Ma cosa fare per non sbagliare? Quali sono le regole da seguire? Vediamole insieme, e, soprattutto, non diamole per scontate.
Cura l’ortografia
Certo, il mondo d’oggi va di fretta, ma dobbiamo trovare il tempo per scrivere bene, specie se siamo autori. Ne va del nostro lavoro. Prenditi tempo per rileggere i testi, e controlla che non vi siano errori o refusi di digitazione.
Non sei sicuro del significato di una parola? Controllala.
Usa il vocabolario, anche quello dei sinonimi e dei contrari: ci sono ottime risorse online immediate e pratiche, anche per i più pigri. E se proprio devi scegliere tra due sinonimi, opta per quello più semplice: i contenuti web hanno bisogno di immediatezza.
Rispetta la punteggiatura
Per i perfettini (e non solo) non c’è niente di peggio che un testo privo di punteggiatura, o con una punteggiatura sbagliata. Un testo deve avere un ordine gerarchico, e la punteggiatura serve anche a questo, non solo a non far morire asfissiato il tuo lettore: le virgole sono utili per creare una lista, una sequenza di argomenti, così come il punto e virgola, necessario anche per evidenziare un contrasto tra due elementi (“lui è bravo nello sport; io no”); il punto invece conclude un argomentazione, e i due punti servono ad aprire un elenco o un dialogo nel discorso diretto.
Gli accenti
In italiano non c’è distinzione tra “è” ed “é”. Sbagliato! L’accento grave (“è”, come la terza persona singolare del verbo essere) si differenzia da quello acuto (“é”): lo sentiamo quando parliamo. Inoltre, l’accento è un segno diacritico, e segnala una differenza, come quella tra “dà” (verbo avere terza persona) e da (preposizione semplice). Ricorda che “perché”, “poiché”, “sicché” hanno tutti l’accento acuto. Per sapere di più, eccoti un link utile: http://comunicaresulweb.com/scrittura/accento/.
Rispetta la consecutio temporum
No, non scappare, non ti farò una lezione di latino: si tratta semplicemente di scegliere un tempo verbale a seconda delle necessità (un presente, un passato), e portarlo avanti fino alla fine del testo. Se scegli quindi di scrivere al passato, ricorda di utilizzare solo passato prossimo (“ho detto”), imperfetto (“dicevo”) e passato remoto (“dissi”).
C’è bisogno di dirlo? Sì.
Non usare il linguaggio sms. So che non lo fai, ma ripeterlo non è mai abbastanza.
Tutte queste regole ti sono state utili, ma proprio non trovi il tempo di applicarle? Affidati allora a un professionista che si occupi di correzione delle bozze.
Queste sette piccole ma importanti regole ti aiuteranno nel migliorare il contenuto dei tuoi contenuti: ok magari la perfezione del testo non aiuterà a posizionarti tra i primi risultati di Google, ma potrebbe fare la differenza per un cliente attento, come un buon biglietto da visita.
Dimmi la tua!
Ora tocca a te: ti sei mai affidato a un correttore di bozze? Oppure segui alcune strategie per eliminare i refusi nei testi?