Quanto è cambiata la figura del ghostwriter nel tempo
A quale figura professionale pensiamo quando sentiamo parlare di ghostwriter?
Diciamolo: il cinema e la letteratura ci hanno davvero sguazzato cibandosi della capacità evocativa – e a tratti misteriosa – propria di questa figura. È stata rivestita di fascino, avvicinata sempre di più alle personalità – mutuate dalla tradizione americana – dei detective che, scrivendo trame, sviluppano intuizioni, ricostruiscono storie e fanno pure incastrare i colpevoli.
Ma nella realtà attuale viene da domandarsi che tipo di lavoro sia quello del ghostwriter e in quali ambiti si svolga.
Oggi la scrittura è strumento di comunicazione che tutti utilizziamo in vari settori. La necessità di professionisti dell’editing e della stesura di testi è emersa con forza e sempre di più editor e ghostwriter sono professionisti richiesti. In questo mercato ciò che fa la differenza è l’esperienza, la competenza ma anche l’avere determinati tratti di carattere che possono aiutare molto in questa attività.
Che cosa fa un ghostwriter?
Ghostwriter significa letteralmente scrittore fantasma: chi scrive libri o testi per conto di altri senza apparire e senza essere citato. Un copywriter quindi. Con qualche differenza però.
Il ghostwriter è – o dovrebbe essere – uno scrittore o scrittrice, deve essere in grado per esempio di sostenere la scrittura di un libro vero e proprio dall’inizio alla fine. Deve saper scrivere un romanzo (e anche spaziare tra i generi avvalendosi, dov’è il caso, di consulenze), un manuale, una biografia, una ricerca storica o sociale.
In Italia è molto raro che ci siano ghostwriter che scrivano romanzi di narrativa per conto di altri autori; può succedere però che le case editrici abbiano necessità di una figura di questo tipo per dare supporto a qualche autore che fatica a rispettare le scadenze contrattuali. Nell’editoria americana invece è più frequente che soprattutto i grandi autori abbiano uno o più ghostwriter nel loro team.
Il ghost writer deve raccogliere materiale, fare interviste, prove di scrittura ma più di tutto deve entrare nel sentire di chi poi firmerà il libro, comprendere che cosa e in quale modo si desideri raccontare di sé o della propria azienda.
Lo stile o i gusti personali del ghost non devono entrare nell’opera. Sarà però determinante la sua capacità di interpretazione, di organizzazione del materiale e di cogliere il filo conduttore della storia.
A chi spettano i diritti d’autore?
E poi c’è l’annosa questione dei diritti d’autore. A chi spettano?
Il copyright e il diritto di sfruttamento dell’opera spettano al committente che li ha acquistati sottoscrivendo un accordo e pagando il ghostwriter che cede così la propria opera. I cosiddetti diritti morali rimangono invece del vero autore perché per la legge sono inalienabili e irrinunciabili (articolo 22 della legge n. 633 del 1941: sì siamo ancora regolati da una legge del 1941).
Se volete approfondire l’argomento anche per quanto riguarda questioni più tecniche rimando ad un articolo uscito sul mio blog: Come diventare editor e ghost writer: la guida.
Saper gestire l’emergenza
Non si può affrontare questo lavoro se non si è capaci, soprattutto attualmente, di gestire bene un’emergenza: può succedere che un testo sia commissionato con breve scadenza perché deve essere presentato ad un Convegno o accompagnare eventi dell’autore.
Il ghostwriter deve saper gestire differenti registri e mezzi: capita che venga richiesto un testo tratto da una serie di audio o anche di trasformare testi scritti in podcast. Questo certo è un lavoro che confina con l’editing e con il mestiere dell’editor ma spesso, in questi casi, in testi vanno scritti e ampliati e quindi l’abilità del ghost è necessaria e importante.
Quale percorso accademico è utile per il ghostwriter?
Che tipo di studi si consigliano? La laurea è indispensabile? Di certo è buona cosa ma c’è di più, bisogna essere colti nel vero senso della parola: affamati di cultura, ecco. Indispensabile conoscere la sintassi e la grammatica, saper scrivere, avere un patrimonio culturale vasto e approfondito. Leggere molto, ascoltare musica, andare a teatro, viaggiare, osservare, sviluppare una profonda sensibilità. Sarà questa capacità empatica che più di tutto farà entrare in sintonia il ghost con il proprio cliente.
Non ci sono percorsi accademici dedicati a questa professione o un albo che tuteli la figura in questione; ci sono corsi (più per editor a dire il vero) formativi che valgono se sostenuti da tanta pratica.
Un corso a Milano per diventare editor e ghostwriter
Partirà in aprile a Milano un corso – che si svolgerà sia in aula che online – dedicato alla formazione per chi vuole diventare editor e ghostwriter. Il corso voluto da Accademia di scrittura si svolgerà al Palazzo delle Stelline. Se vuoi avere più informazioni o candidarti per partecipare consulta la pagina Corso editor&ghostwriter.