Content Seeding: cos’è? E perché è molto ma molto utile al nostro brand? Ecco una breve introduzione e spiegazione!
Non preoccuparti, non ti sto per parlare di una brutta malattia. Desidero soltanto presentarti una tecnica utile per farti trovare, far trovare il tuo brand dai potenziali (e non solo) utenti.
Content Seeding: dove?
Sul web, of course! Stiamo parlando di una strategia che ti permetterà di seminare i tuoi contenuti nei terreni d’interesse (quelli più fertili) con l’intento di far crescere il passaparola positivo online per te e il tuo brand.
Le aree in cui puoi seminare il tuo contenuto sono varie: dai post del tuo blog, condiviso sui tuoi canali social e ricondivisi a loro volta (con link diretto) dalla tua condivisione oppure direttamente dal tuo sito/blog. Si aggiungono i video virali caricati su Youtube, i testi realizzati con Keyword specifiche (grazie a Google Adwords) e i forum sia generalisti che di settore.
Content Seeding: come?
Il posizionare i contenuti nei terreni fertili richiede per prima cosa realizzare contenuti di qualità, così da essere catturati dai social, dai motori di ricerca, per poter essere replicati dagli influencer, oltre che da utenti interessati generando conversazioni capaci di ampliare l’awareness del nostro brand e ottenere i risultati prefissati all’inizio.
Ancora prima di pensare a quali contenuti creare, vi è il passo più importante: analizzare il mercato web e fare audit, perché? Poter conoscere quali sono gli interessi che i nostri contenuti possono soddisfare è importante, va da sé che comprenderne il linguaggio e i luoghi di interesse virtuale sono elementi importanti per superare le prime barriere.
Effettuare una ricerca poi permette di mappare tutti i mezzi online che possono aiutarci nel realizzare la nostra strategia di content seeding e indirizzare meglio le nostre energie. Un esempio? Individuare gli influencer adatti a noi. Se il nostro brand tratta di make – up possiamo attivare una serie di azioni che richiamano le nuove opinion leader del settore: le beauty – blogger!
Con la mappa media alla mano possiamo individuare dove andare a seminare il nostro contenuto dando vita, con la giusta cura e attenzione, alle relazioni. Analizzando i mezzi a disposizione è semplice comprendere dove il terreno appare più fertile rispetto ad altri e definire l’approccio migliore.
Per finire, come tutte le strategie che vi abbiamo presentato in diversi post, vi è una parte di resoconto (detto anche reporting). Utile da un lato, qualitativo, per comprendere come la campagna viene percepita dal pubblico e dall’altro lato, quello quantitativo, per tirare le somme sul ROI.
Hai avuto occasione di definire una strategia di content seeding? Quanto è stata valida ai fini degli obiettivi? Racconta la tua esperienza nei commenti 😉