Ti è mai capitato di chiederti se una determinata parola dovesse essere scritta con l’iniziale maiuscola o no? L’uso o il misuso del tasto SHIFT può fare la differenza fra un testo ben curato e uno “sciatto”, quindi è importante saper dove mettere le mani, pardon, la penna.
La regola generale vuole che le maiuscole vadano messe a inizio periodo, quindi dopo un punto fermo, esclamativo o interrogativo e all’inizio di un dialogo, dopo i due punti. Ci sarebbero anche i puntini di sospensione, ma qui la distinzione va fatta: se s’inizia un nuovo periodo ci vuole la maiuscola, altrimenti no. Secondo le regole, inoltre, l’iniziale maiuscola segnala un nome proprio. Proprio in questo caso, però, la questione diventa spinosa. Se per i nomi di persona (Carla, Giovanni, Andrea) e di città (Roma, Milano, Venezia) resta facile scegliere, la lingua italiana è irta di casi controversi che spesso mettono in difficoltà chi si accinge a scrivere un testo. Di seguito ne trovi alcuni fra i più comuni.
Esempio 1: Mar Morto o mar Morto?
I toponimi composti da più parole suscitano spesso dubbi, in questo caso la regola vuole che il nome comune ‘mar’ sia scritto minuscolo a meno che, come nell’esempio riportato, non sia accompagnato da un aggettivo. In questo caso il toponimo non si reggerebbe solo sull’aggettivo, quindi entrambi vanno scritti in maiuscolo.
Esempio 2: Stato o stato?
In alcuni casi la maiuscola può cambiare il significato di una parola. Il caso più comune è quello di nomi che indicano enti, istituzioni. Si scriverà quindi “Lo stato dell’arte” e “Lo Stato italiano divenne una repubblica nel 1946“.
Esempio 3: Ottocento od ottocento?
I nomi di secoli, decenni e in generale periodi storici si scrivono con l’iniziale maiuscola. Quindi se il numero ottocento va scritto in minuscolo (“Ho comprato ottocento viti“), quando s’indica il secolo, si scrive: “Nell’Ottocento non esisteva internet“.
Esempio 4: i Greci o i greci?
Quando si deve indicare il nome di un popolo si usa la maiuscola per indicare gli antichi rispetto ai moderni. Quindi abbiamo Greci antichi che scrivevano sulle pergamene e greci moderni che mangiano gyros.
Esempio 5: Generale o generale?
Uno sciopero sarà generale, mentre un Generale, sicuramente andrà scritto con l’iniziale maiuscola. Solitamente i nomi di cariche onorifiche, politiche o militari iniziano sempre con la maiuscola, tranne quando sono accompagnati dal nome proprio di chi riveste quel particolare ruolo.
Esempio 6: I promessi sposi o I Promessi Sposi?
La regola vuole che i titoli delle opere si scrivano con le maiuscole, fatta eccezione delle preposizioni e degli articoli, a meno che non si trovino all’inizio. Si scriverà quindi I Promessi Sposi.
Sperando che questa breve lista di esempi ti sia stata utile, ci tengo a precisare che la distinzione fra parole maiuscole e minuscole non è sempre così netta nella lingua italiana e spesso ci si trova davanti a casi difficili da risolvere. Alcune di queste regole sono interpretate da alcuni a sentimento o a favor di grafica, quindi possono essere adattate alle proprie esigenze.
Per approfondire l’argomento, comunque, consiglio di leggere l’esauriente articolo di Luca Serianni e Giovanni Nencioni sul sito dell’Accademia della Crusca e di commentare per domande e chiarimenti.
4 coomenti
Bell’articolo!
Ma ti faccio una domanda: come credi sia meglio scrivere il titolo di un articolo?
Non è sicuramente corretto in italiano, ma utilizzare le maiuscole in ogni parola non permette all’utente di avere un impatto migliore sul titolo?
Esempio: Questo è il titolo del post pubblicato vs Questo è il Titolo del Post Pubblicato
Ciao Flavio, grazie!
Credo che quella sia una scelta personale, i linguisti sono sempre molto elastici nei confronti delle regole.
Io ti consiglio sempre e comunque di rispettare la norma anche per i titoli dei post, non essendo questi opere d’arte o letterarie, e scrivere maiuscola solo la prima parola. In questo modo il testo appare più curato e professionale.
Ricorda che la maiuscola è anche una questione ideologica: serve a dare risalto e importanza a quello che si sta scrivendo, o a darsi importanza in certi casi. In generale l’abuso di maiuscole ha un retrogusto di burocratese e di italiano arcaico, quindi a mio avviso è sempre meglio usarle con moderazione.
Non ce ne saranno mai abbastanza di articoli come questo in Rete! Ottimo lavoro! La ricerca della perfezione nella scrittura è, a mio giudizio, un segno di onestà intellettuale nei confronti dei propri lettori. E questa perfezione passa anche da dettagli come quelli illustrati nel post. Molto ben fatto!