Costruire la presenza sul Web non significa essere presenti e reperibili sui vari social media. Non significa neppure dare informazioni utili o aggiornare il profilo a ritmi compulsivi. Significa – e questa è una riflessione personale “personalizzabile” – creare un rapporto di fiducia e di forte scambio con altre persone. Per superare la mancanza di fisicità nel rapporto, è necessario trovare un modo per farsi conoscere. Ma cosa devi far sapere di te?
Farei una premessa. In due parole: #branding e #autority. Il tuo nome sul Web – se legato ad un’attività più o meno professionale che intendi promuovere – diventa a tutti gli effetti il tuo brand. È importante che le persone imparino a conoscerlo e a riconoscerlo, a contestualizzarlo in un certo tipo di bisogno. Ma non basta. Il tuo brand deve diventare un punto di riferimento, di fiducia: devi mostrare competenza e impegno nel settore di cui fai parte.
Costruire la presenza sul Web in 4 passi
- Rintracciabilità. Condizione necessaria ma non sufficiente: l’utente deve sempre potersi mettere in contatto con te. Altrimenti la tua presenza sarebbe inutile. Profili social, indirizzi mail e – per salvare la formalità – un recapito telefonico.
- Esperienza e competenza. Il tradizionale curriculum diventa più interattivo e complesso online. Dal profilo Linkedin, ai post che scrivi sul tuo blog e su altri siti, tutto conferma o smentisce le tue competenze e le esperienze maturate. Metti in pratica ciò che sai fare, mostralo agli altri.
- Reputazione e fiducia. La fiducia nasce da tanti fattori (si vedano i precedenti). E da fiducia nasce reputazione. Ma da reputazione nasce fiducia. Come si migliora la reputazione/fiducia online? Creando relazioni sincere e proficue: dando consigli, ma anche ascoltando, imparando e condividendo conoscenze.
- Opinioni e idee. L’uomo è un animale sociale. Sul Web non si condividono solo informazioni. La socialità dell’uomo emerge nello scambio di idee, oltre i limiti del proprio settore. Portare avanti una causa, interpretare un’idea comune e farsi portavoci di un bisogno è un modo per essere presenti in modo attivo.
Ti consiglio di leggere questo articolo di Carol Tice: “12 Steps to Building Your Stand-Out Freelance Brand” per approfondire il discorso sulla presenza e sul branding intesi come connessione.
Cosa devi far sapere di te?
Il rischio di rimanere nell’anonimato o costruirsi un’identità artificiale è difficile da controllare. La necessità di creare rapporti efficaci è invece condizionata a comportamenti che ci mostrino per quello che siamo. Essere sinceri, spontanei dà fiducia alle persone che ci stanno intorno, e che sono più inibite ad iniziare rapporti di fiducia attraverso il Web.
Dunque, il consiglio, è: fai sapere di te ciò che serve ad identificarti. Non solo competenze, ma esperienze, idee, modi di pensare, sensibilità. Anche ciò che ha poco a che fare con quello che fai online è importante per gli utenti. In fondo lo storytelling si basa sulla capacità di raccontare una storia, di se stessi – ad esempio.
Questo, però, non vuol dire mettersi a nudo. Bisogna valutare bene le scelte, non solo in difesa della propria privacy, ma anche facendo attenzione al contesto in cui ci si trova.
Cosa non devi far sapere di te?
Così come in alcuni posti o situazioni, bisogna evitare azioni fuori luogo, allo stesso modo sul Web bisogna stare attenti a cosa si pubblica. Il rischio di fraintendimenti è alto, è la mancanza di un rapporto diretto non permette di avere un’alta confidenza.
Se sei un blogger o un freelance, puoi scegliere di adottare un profilo più informale, e avviare relazioni più dirette, emotive, confidenti con i tuoi lettori e altri uenti, oppure un profilo più professionale, che – pur conservando il rapporto diretto – si limiti al politically correct, a un atteggiamento compassato.
Per un’azienda – o per chi la rappresenta sul Web – è già più difficile. Perché si tratta non di relazionarsi in qualità di individuo, ma come gruppo, come insieme di persone, come brand in gran parte dei casi. E il brand ha una sua vita, un suo sistema di percezioni, oltre il quale non può spingersi. Un brand automotive non può mettersi a parlare di politica.
In un caso o nell’altro, l’atteggiamento dell’utente deve essere chiaro e coerente, per non destabilizzare gli altri utenti, che si aspettano di interagire con voi in un certo registro. Trovare un equilibrio è molto personale, e va sperimentato nel tempo.
Mantieni sempre una tua posizione
D’altra parte però, evitare taluni argomenti o comportamenti, o cambiare posizione a seconda dell’occorrenza, è decisamente peggio. Mantieni la tua posizione con determinazione, senza temere – anzi, alimentando – la discussione. Il tuo pubblico di riferimento (il target) ti segue per determinati motivi, e deve sempre sapere chi ha di fronte (o dall’altra parte dello schermo).
In effetti è questo il senso di costruire la presenza sul Web: conquistare una posizione in un certo sistema di percezioni, rispetto all’utente, rispetto a un settore e rispetto ai potenziali concorrenti.
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Ottimo articolo!
Personalmente trovo Linkedin molto utile specialmente per la possibilità di inoltrare e di ricevere referenze, che consentono di rendere visibile concretamente la propria affidabilità e autorevolezza.
Inoltre darei molta importanza anche agli strumenti per la creazione di un portfolio online (come http://www.carbonmade.com), che permettono di mostrare in maniera pratica e intuitiva le proprie esperienze lavorative e le competenze acquisite.
Ciao Ilario. Ho dato un’occhiata a carbonmade.com. È interessante, continuo a seguirlo. Direi che è comodo anche per trovare qualche fonte di ispirazione e vedere come si muovono gli altri nel tuo stesso settore (oltre che per gestire il portfolio in modo creativo). Grazie per il suggerimento!