Ricordate la bellissima foto dell’abbraccio tra il presidente Obama e sua moglie Michelle?
Fino a pochi mesi fa, la foto più ritwittata di sempre, con 800mila retweet!
Così si era conclusa l’ultima campagna elettorale di Barack Obama, dove i social media hanno avuto un ruolo centrale per la costruzione del consenso e un determinato coinvolgimento degli elettori. Un vero e proprio successo, tra le 100 storie di successo targate #Twitter!
Affrontiamo quindi la relazione, nemmeno poi tanto nuova ed ignota, tra la rete dei social media e la politica, e le sue elezioni.
I social media sono diventati sempre più rilevanti nelle campagne elettorali, e politici e cittadini li hanno integrati nei loro toolkit di comunicazione. Infatti, il social web svolge un ruolo importante nel coinvolgere e plasmare il dibattito politico negli Stati Uniti e in tutto il mondo.
Con l’evoluzione social, come piattaforme per gli scambi sociali, informativi e politici, non sorprende che negli ultimi anni, numerosi politici hanno integrato Twitter nel loro campagne. Stanno usando i social media per aumentare l’interazione, incoraggiare l’impegno e lo scambio con il pubblico. Le tradizionali campagne di volantini “porta a porta” vengono cannibalizzate (o comunque affiancate) ora dalla fiorente minaccia cinguettante!
Twitter ha spinto e guidato la macchina politica nella blogosfera dei social media, fornendo nuove opportunità per rivitalizzare il dibattito pubblico e la partecipazione politica, mediante una comunicazione immediata, concisa, breve e virale: in 140 caratteri, o anche meno. C’è chi parla di Twitter Politics!
Questo “nuovo tipo di politica”, attraverso la tecnologia, facilita la politica partecipativa, aiuta a promuovere la democrazia e crea nuovi tipi di cittadini globali. La letteratura è piena di studi e ricerche a riguardo.
La conversazione politica era in precedenza il privilegio della upper-class ma Facebook, Twitter e co. hanno dato la parola a tutti (un bene, ma allo stesso tempo, spesso, un male).
Torniamo a Mr. Yes, We can! Ogni rivoluzione che si rispetti ha bisogno di una guida, di un guru dietro le quinte. Michael Slaby, spin doctor specializzato nelle nuove forme di interazione sociale, ha svolto un ruolo cruciale nelle due campagne Obama. In un Paese dove il 20% della popolazione usa Twitter ogni giorno, il ruolo di un esperto della comunicazione social s’è rivelato fondamentale. “Il panorama dei media è molto cambiato negli ultimi venti anni. La chiave è l’integrazione fra i vari mezzi”, I social media, secondo Slaby “non servono solo a fini commerciali: rendere la politica significativa per il popolo dei social è uno strumento di incredibile potenza“
Per il guru i tre principi da seguire per una perfetta campagna elettorale online sono tre:
– Be who you are and only who you are!
– Understand success!
– Do only what matters!
Una vittoria annunciata, a saper leggere bene il sentiment di Twitter!
Sentiment Analysis? Ebbene, tali strumenti non sono protagonisti esclusivamente nel mondo del business, nel panorama imprenditoriale. Risultano essere al servizio anche di una campagna politica ( e non politica): pensiamo al crowdfunding o al crowdsourcing.
Il risultato delle presidenziali americane ( e anche il caso francese Holland) era un dato annunciato. Da chi? Dalla rete! (Ci risiamo)
I ricercatori di Voices from the Blogs, osservatorio sui social media dell’Università di Milano, nei mesi cruciali della “corsa alla Casa Bianca” analizzarono 50 milioni di tweet. La loro previsione s’è rivelata molto attendibile, guardando poi l’esito finale.Vince Obama come previsto…
Il sentimento della rete ha anticipato quello che stava per accadere (i ricercatori analizzavano circa due milioni di tweet al giorno!).
Inoltre grazie al sistema di geolocalizzazione, si è risaliti anche alla provenienza geografica dei vari tweet e messaggi.
Il web dunque è una grande risorsa per una moltitudine di settori e di aspetti della nostra vita, rivelandosi anche un ottimo strumento politico. Basta usufruirne, nel modo giusto.