Sì è, vero Twitter ha aggiunto la simpatica funzione “Togli voce a..” che ti permette di non vedere più nello stream di notizie ciò che pubblica un utente specifico… ma vuoi mettere il gusto di pigiare il pulsantino “Smetti di seguire”?
Vuoi mettere il gusto di sbilanciare un po’ la ratio follower/following di quella persona/azienda?
Ecco alcune delle ragioni per cui, spesso, abbiamo portato i nostri follower al defollow e che ci possono aiutare a capire come evitare l’emorragia continua di seguaci.
Le ragioni principali per cui defollowiamo su Twitter
Una ricerca ci dice che…
Un paio di anni fa una ricerca di Econsultancy riportava tra i principali motivi di defollowing:
- L’eccessiva pubblicazione di tweet
- L’eccessiva self-promotion
- Lo Spam
- I contenuti poco interessanti
- La ripetizione continua degli stessi contenuti
Sono motivi sempre verdi, visto che l’eccesso, l’autoreferenzialità e lo spam vanno poco o per niente d’accordo con l’essere Social, ma mi sento di aggiungere altri motivi che potrebbero giustificare il defollowing.
Io defollowo perché…
1. Non hai mantenuto la bio-promessa
Ogni bio è una sorta di promessa che fai a chi la legge; dici chi sei, cosa fai, quasi sempre gli argomenti che tratti e quindi che genere di dialogo e tweet posso aspettarmi da te.
Quando una persona decide di seguirti può farlo per varie ragioni (ti conosce già, vuole saperne di più di te, ha visto uno o più tuoi tweet interessanti, per esempio) e, leggendo la tua bio, si fa un’idea del valore aggiunto che puoi dare alla sua timeline. Se ciò che twitti cozza con ciò che prometti (es. dici di essere un appassionato di web marketing e poi parli solo di cosa mangi a pranzo e mi fai una testa tanto con la tua posizione politica di cui non me ne può fregar di meno) il defollowing è cosa certa.
2. Sei il Re del Social-cross-posting
Molti utenti collegano il proprio account Twitter a Instagram, Pinterest, Foursquare, Facebook e compagnia. Se si tratta di uno sporadico -e ponderato- rimando a un altro social non è un problema, ma se il risultato è una sfilza di check-in o simpaticissimi test troncati con rimando a Facebook, non ha più senso seguirti.
O meglio, se volessi sapere in continuazione dove ti trovi ti chiederei l’amicizia su Foursquare e se volessi leggerti su Facebook…ti aggiungerei su Facebook 😀
3. Sei l’imperatore del DM molesto
Direi che il Direct Message automatico (vd. “Ciao, grazie di avermi seguito! Se ti va mi puoi seguire anche qui, qui e qui, volendo, puoi anche visitare il mio fantastico sito!”) e il Direct Message Spammoso (“Ciao! Ecco la nostra ultima promozione, la trovi qui!”) rappresentano il modo più sicuro per beccarsi il Defollowing. Segue la mention in tweet in cui non c’entro niente, ma che sicuramente potrebbe interessarmi. O anche no.
4. Sei l’eterno assente
Beh, non c’è niente di peggio di un account abbandonato a se stesso.
Purtroppo succede, sia a livello personale che aziendale, di aprire un account sotto l’effetto del Twitter-entusiasmo e poi non calcolarlo per mesi. E se tu non parli, cosa dovrei stare ad ascoltare?
Teniamo poi presente che ci sono utenti che defollowano semplicemente perché non sono stati seguiti reciprocamente; aspettano qualche giorno per vedere se ti degni di ricambiare il favore e, se non lo fai…sbaaaam, defollowato.
Quello che a mio avviso premia in ogni Social Network e quindi in Twitter è racchiuso nei concetti di Coerenza, Buonsenso e Trasmissione di valore.
Tutto il resto, come la costruzione di una follower-base interessata e attiva, verrà da sé 😉
photo credit: ~Ilse via photopin cc
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