Se è vero che il mondo del lavoro è in continuo cambiamento, noi siamo chiamati ad affrontare nuove sfide professionali.
Una fra tutte è il collaborare in team o, in altre parole, riuscire a fare team working. Sono capacità innate oppure insite in ogni uno di noi? Come fare se non l’abbiamo quest’ attitudine? Semplice, allenando la nostra mente!
Spesso, fra colleghi, mi capita di sentir dire che il lavoro in agenzia e in azienda sono differenti. In realtà, guardando anche alla mia esperienza, vi sono punti in comune ed altri meno. Uno fra questi è proprio il dover, e saper, lavorare in squadra con altre professionalità e altre funzioni aziendali se lavoriamo all’interno di un’ organizzazione. Serve imparare a lavorare in team.
Problema…
Il lavoro del comunicatore, dell’uomo del marketing, del web/digital e social marketer è una di quelle professioni che prevede la collaborazione con altre persone se desidera poter funzionare. Alle volte questo è il lato migliore mentre in altri momenti è il primo aspetto ad essere odiato.
Dalla collega che prova a farci le scarpe, al capo che banalizza l’importanza del nostro lavoro se non della comunicazione più in generale, questi rappresentano alcuni episodi che di collaborativo hanno ben poco. Comprensibile è la chiusura verso un tema così elastico e, per certi versi, poco tangibile.
Comprensibile sono anche le gelosie che nascono fra chi vorrebbe avere e fra chi possiede competenze nuove e necessarie al progetto. Come detto sono atteggiamenti comprensibili ma poco favorevoli alla collaborazione e al raggiungimento degli obiettivi.
Soluzione…
Purtroppo non possiamo cancellare tali atteggiamenti con un colpo di spugna. Eh si! dobbiamo proprio averci a che fare! Dobbiamo imparare gestire veri e propri attacchi alla nostra professionalità e alla nostra persona. Invochiamo mille divinità? Rimbocchiamoci le maniche per raggiungere la mentalità giusta! Vi presento 3 step.
Partire da noi stessi può essere il primo step: una motivazione alta, la padronanza dell’argomento supportato anche da dati, episodi ecc… L’adottare una comunicazione positiva, riscontrabile anche nei termini che pronunciamo, possono rappresentare un atteggiamento positivo volto a costruire ( è il nostro obiettivo!).
Il secondo step possiamo avviarlo con la ricerca, negli altri, di quei punti complementari ai nostri. Cercando di applicare quell’approccio che Thomas Gordon ha denominato win – win.
Insomma “punta il dito in avanti e guarda: “l’indice è contro gli altri mentre tre dita sono verso di te!” una frase questa che, se fatta nostra, ci aiuta ad agire consapevolmente.
Alle volte la pazienza si dimentica l’indirizzo :-), è vero e il terzo step può venir in nostro aiuto. Come? Frequentando corsi di public speaking, dove possiamo metterci alla prova e superare le paure davanti a emeriti sconosciuti; partecipando, od organizzando se siamo noi i responsabili di funzione, attività di team building volte a comprendere la mentalità vincente per gli obiettivi e imparando tecniche di PNL per gestire al meglio le nostre emozioni, e quelle altrui, senza farci travolgere.
Concludendo, con questo post ho voluto riportare i 3 step appresi durante la mia esperienza in questo settore. In rete si possono trovare tante risorse utili e interessanti ma mai quanto il tuo prezioso contributo. Proviamo a stilare una lista, quali altri consigli ti senti di aggiungere? lascia un tuo commento nel box qui sotto 🙂
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