Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di personal branding e della sua importanza per i freelance. Leggiamo molti articoli a riguardo, tutti ricchi di suggerimenti utili. La verità, però, è che spesso non siamo efficaci nel promuoverci.
Nonostante gli sforzi, il nostro personal brand non decolla. Perché? Semplice: stiamo dando ascolto ai consigli sbagliati.
Oggi voglio parlarti di 7 miti che ruotano intorno all’argomento e che mettono in grave pericolo la tua attività promozionale di freelance.
Per fare personal branding devi conoscerti
Questo è il primo step da considerare se intendi lavorare sulla tua immagine. Quindi invece di seguire le regole, invece di impostare una strategia di comunicazione sterile e piatta, concentrati su te stesso.
Fai luce su:
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i tuoi punti di forza;
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le tue debolezze;
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i lati di te da migliorare.
Insomma, quello che devi fare è conoscerti. Nient’altro.
Non è facile, ma possibile. Vuoi qualche suggerimento? Inizia con l’analizzare la tua presenza in rete. Osserva come ti muovi, con chi e come interagisci, su quali canali sei più efficace.
Se hai un blog, ascolta i tuoi lettori. Dai peso ai loro commenti, perché lì troverai molte delle risposte che cerchi.
“I feedback sono la chiave di un personal branding vincente”. (@cristumedei)
Sono i pareri, le impressioni, di chi ti segue a rappresentare il miglior termometro della tua attività promozionale. Quindi, non sottovalutare le critiche. Anzi, trasformale sempre in un’occasione di crescita personale. E, soprattutto, non cadere vittima degli errori più comuni commessi dai freelance.
7 credenze che rovinano il tuo personal branding
Come professionista, hai creato la tua immagine in rete per promuoverti. Stai puntando tutto sulle strategie vincenti. Quelle che funzionano sì, ma non per tutti.
Infatti, tu ancora non decolli. E proprio non capisci il perché.
Insomma, segui tutti i consigli degli esperti. Cos’è che non va, allora?
Forse, ti stai concentrando sui suggerimenti sbagliati. Questi sono 7 falsi miti legati al personal branding che, se stai applicando, devi evitare da adesso!
#1 – Mostra sempre il meglio di te
Una regola che ti dice di essere sempre sul pezzo, di dare sfoggio delle tue qualità, di non mostrare i punti deboli. Una frase che non lascia spazio a interpretazioni. Sei sicuro che significhi proprio questo? Pensaci!
Non è che forse ti stai dimenticando di far vedere il tuo lato umano? Mostrarsi per ciò che si è aiuta. Condividere i successi, così come i fallimenti, le battute d’arresto e le riprese è un buon modo per entrare in contatto con le persone. Nessuno vuole lavorare con degli automi, ricordalo!
#2 – Sii ovunque, comunque, sempre
Altra regola indiscussa per il freelance è quella che lo vuole sempre attivo su tutte le piattaforme. Sii su ogni social, presidialo, condividi, rispondi, interagisci. Insomma, invadi la rete con la tua presenza! Vuoi farlo davvero?
Ora, mettiti per un attimo nei panni di chi ti segue. Pensi realmente che queste persone preferiscano ricordarsi di te perché li martelli con i tuoi tweet, aggiornamenti di stato e like, o perché arrivi al momento giusto dando loro quello di cui hanno bisogno?
La verità è che per ognuno di noi, per ogni freelance, esistono strumenti di comunicazione più adatti. C’è chi funziona su Twitter, chi su Facebook. Altri, invece, sono forti sui social visuali. Ti sei mai chiesto quali sono gli strumenti che usi meglio?
Un consiglio: fallo! E concentrati su quelli in cui comunicare ti risulta più facile, spontaneo, divertente. Offri il meglio di te là dove ti senti più a tuo agio e vedrai che chi è interessato a te, ti seguirà.
#3 – Sii autorevole
Ovvio! Se vuoi fare personal branding devi esserlo. Devi importi come farebbe un guru, un esperto, un leader del settore. Per cortesia, non dirmi che lo pensi davvero!
Il fatto è che l’autorevolezza la si conquista solo attraverso la fiducia, la stima e la riconoscenza di chi ci segue. È un attributo che arriva in un secondo momento, dopo aver lavorato sulla qualità dei contenuti.
Questo è vero anche per quei freelance che non hanno un blog, ma usano unicamente i social media per farsi conoscere. Sì, perché puoi diventare autorevole solo dopo aver dimostrato di essere competente e affidabile. Solo dopo esserti messo in discussione. Solo quando riuscirai a renderti utile per i tuoi follower.
Quindi, se vuoi davvero diventarlo, non fingere di esserlo e mettiti al lavoro per crescere. Formati, informati, sperimenta e confrontati con gli altri. Costruisci un canale di comunicazione efficace con chi ti segue e non pensare mai di essere arrivato. Non voler essere ascoltato. Piuttosto, parla quando sai di poter dare qualcosa in più agli altri.
#4 – Devi venderti
Girarci intorno non avrebbe senso. Sarò diretta con te: fare personal branding non significa vendersi, ma promuoversi. Una sottile differenza lessicale, penserai. La verità è che l’approccio – nei due casi – è completamente diverso.
Se ti vendi, finirai con l’incappare nel circolo vizioso dell’autoreferenzialità. Non vedrai altro che te, i tuoi servizi, i possibili clienti. E – alla fine – resterai con le tasche vuote, perché a nessuno piace questo approccio.
Se ti promuovi, invece, lavorerai per renderti utile, ascolterai i feedback e sarai più propenso a metterti in discussione. Il tuo obiettivo sarà quello di migliorarti. Insieme a te, cresceranno anche le tue capacità, la tua abilità nel comunicare e raggiungerai il tuo obiettivo.
#5 – Devi diventare un punto di riferimento per la tua nicchia
Questo è auspicabile, è vero. Ma non devi ostinarti. Anche in questo caso, vale lo stesso discorso fatto per l’autorevolezza.
Non puoi importi. Semmai, devi metterti in gioco, dialogare e rimboccarti le maniche. Individua i tuoi punti di riferimento: persone da cui farti ispirare, consigliare, guidare.
Tutti abbiamo bisogno di crescere.
E, in questo, la rete ci offre una grande opportunità: quella di confrontarci direttamente con persone che, diversamente, non avremmo modo di incontrare. Quindi, non voler essere il migliore. Ma lavora per diventarlo.
#6 – Costruisci contenuti ad hoc per il tuo target
Fornire le risposte giuste a chi ti segue rappresenta una valida strategia di comunicazione. Così come offrire soluzioni ai clienti in rete può esserlo. Un personal branding efficace, però, non è solo questo.
Nel lungo periodo, infatti, il mostrarsi eccessivamente professionali non fa bene. Pensa a quando incontri un cliente. Spesso accade che ti sceglie solo dopo aver scambiato due chiacchiere in un ambiente informale.
Quindi, allenta il nodo alla cravatta e mettici sempre qualcosa della tua personalità quando ti promuovi. Sei un freelance, d’accordo, ma avrai delle passioni. O sbaglio?
#7 – Fa’ in modo che parlino di te!
Secondo me nemmeno tu ci credi a questa regola di personal branding. Siamo seri!
Mica pensi di poter convincere le persone a farlo, lo sai sì?
La verità è che se vuoi che gli altri parlino di te, devi essere tu il primo a dialogare con loro. Solo così potrai ottenere fiducia e riconoscimento, creando quel solido circolo di credibilità che alimenta un personal branding efficace.
Il freelance oltre al personal branding
Vuoi che ti dica tutta la verità? Scommettere unicamente sulla costruzione della propria immagine non è una scelta vincente.
Certo, devi stabilire come comunicare, fissare degli obiettivi che aiutino il tuo business a crescere. Ma ricorda sempre che in rete ogni nostra azione, ogni singola attività, lascia una traccia indelebile che racconta qualcosa di noi.
Quindi, prima di buttarti a capofitto nella costruzione del tuo personal branding chiediti come vuoi apparire, per cosa vuoi essere conosciuto e in che modo. E, soprattutto, soppesa ogni suggerimento che ti viene dato. Perché solo tu ti conosci davvero.
Sono curiosa: parlami un po’ di te!
Come lavori sul tuo personal branding? Analizzi la tua presenza in rete, oppure segui alla lettera la strategia che hai definito? Quali sono, secondo te, i miti da evitare?
2 coomenti
Ciao, ottimo articolo,
mi sembra centri bene la questione, ovvero: dobbiamo promuoverci per quello che siamo davvero, non per quello che vogliamo gli altri credano che siamo.
Per diventare un punto di riferimento in un certo settore occorre creare una rete di condivisione e di partecipazione reciproca che ci permetta di essere conosciuti all’interno di un ambiente virtuale nonché di dimostrare la nostra competenza.
Io suggerirei anche di condividere materiali scritti da propri colleghi e di commentarli attivamente, in modo da mostrare che non siamo chiusi nel nostro orticello e di creare reti di rapporti ancora più profondi.
Ciao Ilario,
grazie mille per i complimenti 🙂
Un buon consiglio, al quale mi permetto di aggiungere solo una postilla.
Condividere e commentare i contenuti dei colleghi solo se li riteniamo realmente di qualità. Inutile seguire una strategia di commenti marketing solo in funzione di link e visibilità.
Questa attività, infatti, è utile al nostro personal branding unicamente se siamo in grado di dare un valore aggiunto alle discussioni a cui prendiamo parte e – allo stesso tempo – di arricchire la content curation dei nostri profili social.
Che dici, pensi abbia senso? 🙂
A presto!