Se hai deciso di essere un freelance c’è un aspetto che non puoi sottovalutare: il tuo inquadramento fiscale. Si tratta quasi di un porto sicuro, un punto fermo dal quale partire per essere davvero un professionista. Libero, ma inquadrato. Visto che ci sono passata anche io, ( non sono una commercialista sappilo), ho pensato di scrivere un breve vademecum per orientarti nella scelta tra prestazione occasionale e regime fiscale dei minimi.
Nonostante la terminologia sia difficile e ingarbugliata ( il burocratichese alla Calvino è d’obbligo, mi dispiace) queste due possibilità di inquadramento fiscale sono le più semplici e le meno costose in termini di gestione di attività. Perché? Bè perché come è noto in Italia le tasse influiscono parecchio e questi due sistemi permettono di pagarle solo in relazione all’utile dell’attività e senza costi fissi di gestione. Il trabocchetto è che il regime fiscale dei minimi ha una scadenza temporale di 5 anni e può essere impiegato solo fino a 35 anni, mentre la prestazione occasione è un sistema di reddito aggiuntivo consentito solo fino a 5.000 euro annui.
Ma addentriamoci insieme in questo spaventoso mondo fiscale.
La prestazione occasionale
Se hai più di 35 anni oppure semplicemente non ti va di aprire subito una partita iva, puoi utilizzare il sistema di prestazione occasionale. Come capirai dal nome, questa configurazione fiscale nasce per soddisfare l’esigenza di inquadrare i lavori e le collaborazioni effettuate occasionalmente e quindi né stabili né continuative. Questo aspetto emerge anche dal fatto che si usi il proprio codice fiscale per la ricevuta e quindi restiamo ancora nell’ambito di soggetti privati.
Il tetto è fissato a 5.000 euro annui al lordo della ritenuta d’acconto. Eh si, perché se utilizzi la prestazione occasionale devi fare i conti con la ritenuta d’acconto che nella tua ricevuta rappresenterà l’imponente presenza delle tesse. La ritenuta d’acconto applicata al 20%, infatti, dovrà essere aggiunta all’importo della prestazione.
Ti suggerisco di farti pagare dal cliente l’importo al netto della ritenuta per poi farla versare direttamente al cliente stesso mediante modello F24. Con questa operazione il cliente si trasformerà in Sostituto d’Imposta e in così dovrai solo preoccuparti di richiedere la certificazione del pagamento prima di presentare la dichiarazione dei redditi. I benefici di queste tasse pagate per tuo conto potrai riscontrarli direttamente in dichiarazione dei redditi con accrediti in busta paga (qualora tu sia anche un dipendente) oppure con rimborsi che, però, molto spesso tardano ad arrivare.
Partita IVA con regime fiscale dei minimi
Seconda scelta, se hai proprio deciso di entrare nel mondo dei liberi professionisti e sei ancora un giovanotto (meno di 35 anni) è l’apertura di una partita iva con regime fiscale dei minimi. Con questo sistema potrai emettere fatture fino a 30.000 euro senza iva e senza ritenuta d’acconto.
Ecco un dettaglio delle caratteristiche e dei vincoli:
– Fatturato massimo annuale lordo € 30.000 (comprensivo di eventuale rivalsa INPS se applicata)
– Max. 35 anni per l’utilizzo
– Durata: 5 anni
– Acquisto beni strumentali (computer, pc, auto, affitto ecc) fino a € 15.000 in 3 anni
– Nessun costo fisso di gestione
– Applicazione principio di cassa (saranno calcolati nel fatturato annuo solo gli importi saldati)
– Tassazione calcolata su utile aziendale (differenza tra fatturato e costi sostenuti) con 27% INPS e 5% di imposta sostitutiva
– Obbligo di dichiarazione dei redditi
Questo sistema fiscale ti permetterà di lanciare la tua attività professionale garantendoti una buona flessibilità e pochi rischi aziendali, favoriti dal calcolo di imposte solo su utile annuale.
Ricordati due cose. Se superi il tetto massimo di fatturato la tua partita iva diventerà tradizionale con tutti i costi che ne derivano in termini di Inps e gestione. La seconda cosa riguarda i dipendenti o i collaboratori a prestazione occasionale: sei un professionista e quindi non puoi averli.
Per tenere traccia delle tue fatture e dei tuoi pagamenti ti potrebbero servire degli strumenti utili per Freelance!
Adesso non ti resta che scegliere: sei un occasionale o un minimo?
12 Marzo 2014
Qualche giorno fa, durante una condivisione del mio articolo su Twitter una nostra lettrice mi ha segnalato delle inesattezze nel mio articolo ( l’intera conversazione è disponibile cliccando qui). Per questo ho deciso di scrivere poche righe di rettifica per le informazioni inesatte.
La prima rettifica riguarda la durata del regime dei minimi: Il regime dei minimi prevede una permanenza nello stesso per cinque periodi d’imposta o fino al raggiungimento dei 35 anni d’età.
A questo proposito, per avere informazioni precise e corrette vi invito a consultare la pagina dedicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate ( ecco qua il link) oppure guardare il video realizzato dalla stessa Agenzia delle Entrate relativo all’argomento. ( Potrete visualizzarlo da qui ed essendo lungo è stato suddiviso in video distinti e il link porta al primo dei tre video disponibili sull’argomento)
Per quanto riguarda la prestazione occasionale invece, occorre specificare che il collaboratore occasionale non può superare 30 giorni di lavoro (anche non consecutivi) all’anno solare per ogni committente e non presenta obblighi contributivi verso l’INPS.
Grazie a Nicoletta per il suo feed back e grazie per tutti i vostri commenti.