Sicuramente avrete già sentito parlare di infografiche, pertanto non mi soffermerò sulla solita definizione che in Rete potrete trovare dettata in mille modi diversi. Mi limito a fare un cappello introduttivo analizzandone l’anatomia e qualche impiego pratico da punto di vista business. Faccio quindi un sunto di ciò che è stato l’argomento della mia tesi universitaria, discussa presso l’Università di Siena, circa 3 anni fa.
A quel tempo.. le infografiche non spopolavano come oggi! Lo so, sembra quasi di parlare di un’era fa, ma come ben sapete 3 anni fa per Internet sono davvero un’eternità, se pensiamo alla sua evoluzione che viviamo gradualmente di giorno in giorno. Negli USA e in molte altre parti del mondo le infografiche si sviluppano da almeno un decennio, mentre in Italia la situazione è ben diversa (come per molte altre cose). L’infografica in Italia ha subito una forte diffusione intorno al 2011-2012 con l’uso sempre più massiccio di Pinterest, che ne ha permesso una fruizione ottimale e quindi la sua importazione nel panorama italiano.
Spiegare il concetto di infografica è relativamente semplice, ma un esempio pratico è indubbiamente la soluzione migliore per comprendere l’oggetto in questione. Si tratta di un documento informativo costituito da grafica, testo e/o fotografia. Possono essere aggiunte sicuramente ulteriori accezioni, ma questa definizione esplica in maniera complessiva l’idea più comune e classica da trovare in giro per la Rete.
Ciò che ha reso celebre l’infografica è la straordinaria capacità di veicolare in breve tempo una grande quantità di informazioni e di renderle più facilmente memorizzabili. Combinando testo, grafica e/o fotografia otteniamo un documento dall’elevato potenziale informativo. Attorno a questo concetto ruota, in realtà, l’essenza nascosta dell’infografica, quella che permette di trasformarsi da oggetto astratto in qualcosa di più evoluto e performante, una realtà che solo un buon grafico pubblicitario è in grado di conoscere e plasmare a dovere. Vediamo il perché.
Analizzando questo esempio è possibile comprendere facilmente che l’impatto grafico è ciò che salta subito all’occhio. Ma attenzione, non è il design impattante l’essenza dell’infografica, bensì la sinergia comunicativa offerta da ogni singolo linguaggio della comunicazione (testo, grafica e anche fotografia) combinata in modo tale da esprimere un concetto, rappresentato in questo caso da una sorta di storytelling.
Per creare una buona infografica, non bisogna quindi essere solo bravi con i programmi di grafica digitale, ma occorre soprattutto:
- tenere sempre a mente il messaggio che si intente veicolare e il target di riferimento, poiché il grado di complessità (in fase di sviluppo) permette di riscuotere l’apprezzamento o meno da parte del lettore;
- conoscere i punti di forza e debolezza di testo, grafica e fotografia, in modo da plasmare la sinergia di cui sopra;
- avere una buone dote creativa, poiché è fondamentale per offrire originalità nel messaggio da veicolare e creare qualcosa di facilmente distinguibile dalla massa.
Chiariti questi punti si può procedere alla creazione di un’infografica in grado di offrire un elevatissimo tasso di:
- attenzione in fase di lettura (usata ad esempio per spiegare qualcosa che diversamente apparirebbe ostico e macchinoso da comprendere);
- engagement nel caso fosse richiesta un’interazione (usata ad esempio come landing page, da affiancare ad un form di contatto);
- condivisione social, nel caso in cui il messaggio si presenti particolarmente interessante e piacevole da condividere (usato ad esempio in ambito formativo o educativo).
Molti altri esempi, sicuramente più comuni, compongono il vasto panorama di questo fantastico strumento del Web. Visitando il mio profilo di Pinterest sarà possibile visionare una ricca raccolta con più di 1400 infografiche, catalogate in questi anni in giro per la Rete. E’ sicuramente un’occasione da sfruttare nel caso si desideri cercare ispirazione per la creazione delle proprie infografiche.